Pensionati in piazza in tutta Italia per protestare contro la decisione del governo di rimettere mano alla rivalutazione delle pensioni, con il blocco dell'adeguamento degli assegni, a partire da 1.500 euro. La mobilitazione indetta dai sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil si è tenuta nella stragrande maggioranza delle province italiane con presidi davanti alle Prefetture e proseguirà anche nei prossimi giorni per arrivare all'inizio del prossimo anno a una grande manifestazione nazionale.
I sindacati Spi, Fnp e Uilp contestano al governo di "aver fatto cassa con i pensionati, utilizzati come bancomat per finanziare la manovra economica. Una misura giudicata ingiusta e profondamente punitiva nei confronti di milioni di persone anziane a cui viene ancora una volta presentato il conto da pagare".
"Sono tornati a fare cassa con i pensionati, tre miliardi e mezzo per i prossimi tre anni, e questo non è ammissibile", attacca il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. "Noi non dobbiamo fare opposizione al Governo – ha detto Barbagallo – ma vogliamo che vengano attivati tavoli di incontri per risolvere questi problemi e favorire la ripresa economica del Paese. Abbiamo presentato una piattaforma e stiamo aspettando che il Presidente del consiglio, così come si è impegnato, ci convochi per confrontarci, punto per punto, sulle nostre richieste nell'interesse dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani che vorremmo non scappassero dal nostro Paese".
"Per quel che riguarda, in particolare, il capitolo previdenza – ha proseguito il leader della Uil – bisogna ricordare che le tasse pagate dai pensionati italiani sono il doppio della media europea: noi chiediamo la rivalutazione degli assegni pensionistici e una sostanziale riduzione del peso della tassazione. Infine, su quota 100 siamo disponibili a discutere, sapendo che per noi questo provvedimento deve rappresentare solo una base di partenza, poiché molte categorie di lavoratori, le donne, i precari ne sono esclusi".