Il presidente della Regione Lazio lancia una proposta a tutto il partito. La strategia dell'ex ministro per coinvolgere il senatore fiorentino che sta in disparte

Per qualche giorno il Congresso non è il tema principale nel Partito democratico. Prima c'è da fare opposizione alla manovra del governo Lega-M5S, ma i 'cannoni' interni sono stati semplicemente rimessi oltre la trincea, pronti a rispuntare fuori una volta esaurito il dibattito sulla legge di Bilancio. Nemmeno le 'grandi manovre' sono del tutto ferme, perché ognuno dei candidati continua a muoversi, chi per recuperare terreno, come Maurizio Martina, Francesco Boccia e Roberto Giachetti, chi invece per allungare in maniera definitiva la volata verso la segreteria nazionale, cioè Nicola Zingaretti.

Il più attivo resta il presidente della Regione Lazio, che approfitta dell'assemblea nazionale di Dems, l'associazione creata dall'ex Guardasigilli, Andrea Orlando, per rinforzare l'alleanza con un altro pezzo di ala sinistra del partito. Che il governatore non rinnega, rispedendo, però, al mittente le accuse di nostalgia dei tempi andati: "Credo che il passato sia una dimensione utile da conoscere, ma non per viverci o tornarci. È una parte fondamentale di una cultura politica, proprio per essere consapevoli del presente, rispetto alle nostre sfide, e per costruire un futuro".

'Zinga', poi, lancia una proposta a tutto il Pd: "Una cosa da fare, subito, già in questo Congresso, è lanciare petizione popolare nuova Europa". Il suo obiettivo è "avviare l'identità del partito che vogliamo". Ma è anche il modo per rispondere al suo principale sfidante, Martina, che in apertura della sua campagna elettorale aveva chiesto di utilizzare i gazebo delle primarie del 3 marzo per raccogliere le firme per un referendum abrogativo del decreto Sicurezza.

L'ex ministro, che ha deposto le armi per prendere parte ai funerali di Antonio Megalizzi, a Trento, dovrà rispondere anche a un altro appello, stavolta di Paolo Gentiloni. Nonostante l'appoggio già dichiarato al presidente della Regione Lazio, l'ex premier si augura che "Martina e Zingaretti continueranno a collaborare anche dopo le primarie".

Chi continua a tenere la linea di distanza dalle faccende interne ai democratici è sempre Matteo Renzi, ormai totalmente dedicato alla battaglia politica con Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Anche se Carlo Calenda prova ancora a tirarlo nel dibattito. A chi su Twitter gli chiede se sia il caso di ricominciare a parlare con il senatore di Firenze, l'ideatore di Fronte repubblicano risponde senza esitazioni di "sì". Un segno di pace, dopo il gelo degli ultimi mesi. Da segnare in rosso tra le possibili strategie congressuali. 

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