Caos a Palazzo Madama, insorgono le opposizioni. Conte difende il lavoro del governo: "Il dialogo ha evitato la procedura di infrazione". Di Maio e Salvini assicurano: "L'Iva non aumenterà"

Il giorno dopo l'ok alla da parte dell'Unione Europea e lo scampato pericolo della procedura d'infrazione per la manovra arriva il momento di superare gli ultimi step: l'ok al Senato, il nuovo passaggio in Camera per la terza lettura e la definitiva approvazione entro il 31 dicembre. Un percorso che, tra tempi strettissimi e polemiche, sembra ancora tutto in salita.

Maxi-emendamento e discussione. Il maxi-emendamento alla legge di Bilancio è atteso per venerdì pomeriggio nell'Aula del Senato, che ha iniziato giovedì sera una discussione generale sulla manovra. La discussione, terminata alle 24, riprenderà dalle 9 alle 12 di venerdì mattina. Dopo si passerà al voto degli emendamenti e degli articoli della seconda sezione della legge di bilancio, e successivamente si esaminerà la prima sezione del disegno di legge.

Il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle 20 di venerdì. Poiché il governo ha preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia, la conferenza dei capigruppo ha predisposto i lavori successivi, stabilendo una durata di circa 4 ore per la discussione sulla fiducia. Alle 22 si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia e sul complesso della legge; dopo la votazione della prima sezione della legge di bilancio, la seduta verrà sospesa per consentire al governo di approvare la nota di variazione di  bilancio. A quel punto si procederà con il voto della nota di variazione e il voto finale.

Pd e LeU abbandonano la Commissione. Le opposizioni di Pd e LeU sono uscite polemicamente dalla commissione Bilancio del Senato, dopo che è apparso chiaro che la manovra arriverà in Aula senza il mandato al relatore, e che non ci sarà una audizione dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, organo terzo che ha il compito di vagliare l'impatto sui conti pubblici delle misure economiche adottato da Camera e Senato. Pd e LeU hanno rimproverato a più riprese come la commissione Bilancio sia stata sostanzialmente trascurata durante e dopo il negoziato con la Commissione europea: non c'è stata alcuna votazione, tutto è rimasto in stand by, e ora il provvedimento passerà direttamente in Aula.

A confermare questa ipotesi il presidente della commissione Bilancio, Daniele Pesco, che ha dichiarato non conclusi i lavori, dopo che in una settimana di esame non è stato votato alcun emendamento nell'attesa delle trattative con Bruxelles.

Protesta anche Forza Italia. "Non si è mai visto che il Senato debba votare una legge di Bilancio senza prima l'esame e neanche un voto nella Commissione – ha detto la capogruppo forzista Annamaria Bernini – Noi chiediamo quindi che la Commissione esamini e voti la manovra e  che poi l'Aula sia convocata il 24 e il 26 dicembre per l'approvazione. Non è possibile che il governo ci faccia discutere stasera ancora sulla manovra approvata alla Camera che è carta straccia, che sarà superata dal maxiemendamento che la cambierà totalmente".

Il governo difende l'accordo e assicura: "L'Iva non aumenterà". Intanto, mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini difendono dalle critiche l'accordo raggiunto, il presidente del consiglio Giuseppe Conte spiega come è riuscito nel suo intento dopo settimane di trattativa serrata con Bruxelles e i suoi vice. "All'inizio – ha raccontato il premier in una intervista al Corriere della Sera – temevo, quando ho capito che tutti i membri della Commissione erano per l'apertura della procedura di infrazione contro l'Italia". Conte ha quindi lavorato su due fronti: da una parte, convincendo i suoi vice ad abbassare i toni, dall'altra rivolgendosi al capo dei rigoristi europei: "Ho chiamato Dombrovskis, ho detto che condividevo le sue preoccupazioni, e sono riuscito a spiegare le ragioni per le quali la terza economia dell'Eurozona non poteva essere sottoposta a quella procedura: anche l'Ue rischiava di entrare in una spirale dalle implicazioni pericolose. E l'ho convinto". 

Non tutti sono d'accordo però. Le opposizioni hanno criticato fortemente l'accordo raggiunto, in primis il Pd, che ha parlato di marcia indietro e di manovra riscritta da Bruxelles. "Ha dentro quota 100, reddito e pensioni di cittadinanza, rimborsi ai truffati delle banche… L'unico accordo che si poteva fare era per mantenere le promesse, e l'abbiamo fatto", replica Di Maio. La sua soddisfazione è tale che il ministro del Lavoro non ha dubbi: "Risalirei sul balcone anche domani. Non c'è stata la procedura d'infrazione e porto tutte le misure a casa, sono ancora più contento di mantenere le promesse senza nessuna spada di Damocle". E sulla clausola di salvaguardia che potrebbe portare l'Iva al 26,5 per cento assicura: "Non ci sarà. Abbiamo disinnescato le clausole per quest'anno e le disinnescheremo anche l'anno prossimo".

Anche Salvini, che conferma lo stop dell'Iva, difende il lavoro: "Ho perso? Allora spero di perdere così tutte le volte. Ci sono più di 20 miliardi nel triennio per smontare la Legge Fornero. Grazie a questa manovra 500mila italiani potranno scegliere di andare in pensione prima". 

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