Maggioranza in agitazione per l'inchiesta sul tesoriere del Carroccio, sotto accusa per finanziamento illecito ai partiti.
Luigi Di Maio mette pressione all'alleato, Matteo Salvini, sull'inchiesta della Procura di Bergamo per i presunti finanziamenti illeciti all'associazione 'Più voci', molto vicina alla Lega. Le indagini, che hanno portato all'iscrizione del tesoriere del Carroccio, Giulio Centemero, nel registro degli indagati, scuotono di riflesso gli equilibri nella maggioranza.
Il Movimento 5 Stelle, infatti, non ha perso l'occasione per affondare un colpo ai 'soci' di governo. "Chiederò chiarimenti a Salvini, quando tornerà da dove sta e lo incontrerò", dice infatti il capo politico Di Maio, spiegando che di fatto, per il momento, non ha comunicato con l'altro vicepremier, impegnato in un viaggio diplomatico in Israele. "Salvini ha detto che non minimizza, mi fa piacere, perché noi non minimizziamo", puntualizza Di Maio, prendendo comunque tempo e "modo di chiarire la vicenda nei prossimi giorni".
I magistrati stanno indagando su un finanziamento di 250mila euro effettuato da Luca Parnasi, l'imprenditore finito nelle maglie della giustizia nell'inchiesta sullo stadio della Roma, in favore di 'Più voci', la 'macchina da guerra' politica di Salvini. Secondo gli inquirenti sarebbero di provenienza illecita, per aggirare la sentenza che costringe il Carroccio a restituire 49 milioni di euro indebitamente occultati nella precedente gestione del partito.
Se i sospetti trovassero conferme delle irregolarità, per i Cinquestelle diverrebbe quasi insostenibile proseguire il rapporto di collaborazione con Salvini e i suoi. Soprattutto in un momento storico come quello attuale, dove il M5S si trova già in affanno di consensi, sarebbe impossibile chiudere un occhio: la base non digerirebbe anche questa, sebbene nel nome del 'governo del cambiamento'. Ecco perché i toni del dibattito si sono accesi.
"Siamo certi che la Lega fornirà ulteriori chiarimenti sul caso Centemero. E ci auguriamo che Salvini non minimizzi la vicenda", scrivono in una dura nota i capogruppo del Movimento a Camera e Senato, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli. "Una cosa è doverosa dirla: da sempre ci battiamo contro i finanziamenti 'illeciti' ai partiti, perché in un Paese civile non devono esserci interessi esterni a influenzare l'attività delle forze politiche presenti in Parlamento – spiegano -. E per quanto riguarda le fondazioni legate ai partiti vogliamo quella trasparenza che per troppo tempo è mancata in Italia".
Questo è il motivo per cui "nello Spazzacorrotti, che approveremo nelle prossime settimane, prevediamo norme che garantiranno assoluta trasparenza sui finanziamenti di cui beneficeranno partiti, movimenti e fondazioni collegate", sottolineano i dirigenti pentastellati. Questa grana, comunque, non ci voleva proprio per la maggioranza, già messa a dura prova dai continui rimpalli sulle misure della legge di Bilancio, peraltro in una fase molto delicata della trattativa con l'Europa per evitare la procedura di infrazione. Come più volte hanno detto gli stessi Di Maio, Salvini e il premier Giuseppe Conte, a far danni è l'immagine di una compagine divisa. Ma le crepe ci sono, si vedono e casi come quello di Centemero rischiano solo di ingrandirle.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata