Il candidato alle primarie Pd prova a stemperare l'ondata di polemiche suscitata dalle voci di una sua futura vicinanza ai pentastellati
"Ho detto fino alla noia che non ho alcuna intenzione di allearmi con il Movimento 5 Stelle". Con una nota Nicola Zingaretti. Le 'voci' sembrano più che fondate visto che arrivano da Massimiliano Smeriglio, da sempre vicino al candidato alle primarie Pd (prima in Provincia e poi in Regione) e coordinatore di Piazza Grande, la piattaforma di Zingaretti per la corsa alla segreteria.
Il governatore risponde per le rime ai compagni di partito che lo attaccano: "Ritornare in maniera isterica e ossessiva ogni volta su questo tema è segno della debolezza di chi non sa dire nulla di positivo su se stesso e ha come unica arma parlare male degli altri. La cosa divertente – aggiunge – è che di solito i protagonisti di questa gazzarra sono tra i principali responsabili della disfatta elettorale che ha portato i 5 Stelle al Governo e pretendono di dare lezioni a me che li ho sconfitti".
La risposta piccata del presidente della Regione fa seguito a una serie di comunicati e messaggi social che, sabato mattina, si susseguono dopo l'intervista al Manifesto nella quale Smeriglio invita a un "disgelo" per verificare "se ci sono, qua e là nei Comuni e poi a livello nazionale, le condizioni di fare pezzi di strada assieme" (al M5S ndr).
"Davvero il Pd che vuole Zingaretti dovrebbe allearsi con i 5Stelle? – si chiede Debora Serracchiani – Se a qualcuno ancora non fosse chiaro, lo ripetiamo: i 5Stelle (…) sono la faccia sgangherata e hi-tech della Lega, con cui resteranno al Governo malgrado tutto".
Le fa eco Matteo Richetti, parlamentare dem e sostenitore del segretario uscente Maurizio Martina: "Con Zingaretti l'obiettivo finale è quello di fare una alleanza con il M5S. Abbiamo detto e ripetiamo no ad operazioni politicistiche e a spurie sommatorie di sigle".
A tre mesi dalle primarie di marzo, il clima in casa dem è già più caldo che mai. E Zingaretti, che nega fermo qualsiasi futura allenza con i pentastellati, sottolinea però, senza esitazioni, che "se non volta pagina" il Pd non va da nessuna parte: è "essenziale – insiste – un cambiamento radicale che torni a metterci in sintonia con l'elettorato che abbiamo perso e che, in gran parte per rabbia e sfiducia, ha votato 5 Stelle. Dobbiamo recuperare con la politica l'elettorato che ci ha abbandonato".
"Questo è un impegno etico – conclude l'aspirante segretario – il resto sono chiacchiere e fango di chi fa finta di non capire e usa, in maniera subalterna questo si, gli stessi metodi dei 5 Stelle per gettare fango nel confronto politico".
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