Manovra, Salvini rilancia su quota 100: “Via a febbraio”. Durigon: “Costerà meno”

Nessun rinvio, né tagli: il vicepremier tira dritto sul provvedimento bandiera della Lega

No a possibili rinvii, no a eventuali tagli di risorse. Su quota 100, il provvedimento bandiera della Lega per il 2019, Matteo Salvini 'nega' eventuali modifiche e rilancia: "Partirà a inizio 2019, non ad aprile. Per me se non è gennaio per motivi tecnici, mi auguro che sia febbraio". Nei giorni scorsi sembrava evidente il progetto del governo di spostare in avanti la partenza delle riforma previdenziale (e del reddito di cittadinanza), allungando il periodo tra il conseguimento dei requisiti e l'effettiva possibilità di andare in pensione. E, nel frattempo, risparmiare oltre 3 miliardi. Il vicepremier decide invece di tirare dritto: "Non verrà tolto nulla a quota 100, che garantisce una pensione a mezzo milione di italiani. Se gli esperti ci diranno che stiamo mettendo più soldi a bilancio, quei soldi li useremo per fare altro".

In manovra sono stati stanziati infatti 6,7 miliardi per il prossimo anno, 7 per il 2020 e altrettanti per il 2021. "I conteggi che abbiamo sono questi, per quest'anno il calcolo è inferiore ai 6, 7 miliardi – è la rassicurazione del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega) a margine di un convegno al Cnel – Le relazioni tecniche che abbiamo fatto, in base anche alle esigenze del pubblico impiego di spostare più avanti i famosi mesi per gestire il turn over, sono state fatte e costano sicuramente meno, e lo abbiamo sempre detto". Ma qual è il percorso per arrivarci? Ci sono due strade: "Un emendamento o altrimenti anche un dl che faremo a parte".

E se dall'altro lato della staccionata giallo-verde il capo politico del M5S Luigi Di Maio non molla sulla pensione di cittadinanza, sulle nuove misure rimane la contrarierà di . Il numero 1 dell'Inps aveva già etichettato come "fuorviante", la stessa espressione quota 100, perché illude le persone. E ora lancia un nuovo monito: "Vorrei essere rassicurato che non c'è l'intenzione di proseguire sull'ipotesi di concedere una specie di condono contributivo ai lavoratori autonomi". Il motivo è presto detto: "Facendo un'operazione di questo tipo noi rischieremmo che i lavoratori autonomi possano usufruire di prestazioni di pensioni anticipate e le ipotesi che abbiamo visto prevedono un versamento di contributi agevolato – ha spiegato – E' qualcosa che riteniamo molto pericoloso e corrompe il principio assicurativo. Spero che questa disposizione non ci sia". Di certo invece c'è che su quota 100 il governo non molla, anche se la partita previdenziale è ancora tutta da giocare, tra numeri e date sempre più in bilico.