L'assemblea è stata convocata il 27 novembre
Rush finale per la nuova vita di Anas. Dopo l'addio dell'ex ad Gianni Vittorio Armani e l'azzeramento del cda, governo e Ferrovie dello Stato – che controlla l'Ente nazionale per le strade – sono al lavoro per le nomine ai vertici della società. L'assemblea è stata convocata il 27 novembre, con il board che dovrebbe poi riunirsi il giorno successivo per il conferimento delle deleghe al nuovo amministratore delegato.
In meno di due settimane bisognerà quindi trovare nomi condivisi, che assicura il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, "avranno forte discontinuità con il passato. I migliaia di km di strade degli enti locali indicano che ci sarà tantissimo da fare". Per il nuovo ad, sin dal 7 novembre, era sempre circolata la volontà di puntare su una figura interna ad Anas. Ecco allora il nome di Ugo Dibernardo, direttore Operation e Coordinamento territoriale.
Scelta che seguirebbe la tendenza inaugurata con l'ad di Fs Gianfranco Battisti, che su Anas ha assicurato la "discontinuità" e che tutto sarà definito in pochi giorni. Se per il post Armani potrebbe giocarsi le sue carte anche un esterno di lusso come il presidente dell'Atac Paolo Simioni, per la presidenza resiste il nome dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, dopo il passo indietro di Giuseppe Bonomi. Attenzione però, perché dopo il cda si dovrà lavorare davvero sodo. Con un obiettivo: gestire oltre 27mila km di strade, perché come ha ribadito lo stesso Toninelli, "Anas deve tornare a occuparsi solo di progettazione, gestione, costruzione, manutenzione e messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti, deve lavorare per la sicurezza dei cittadini".
Per dimenticarsi del tutto del maxi matrimonio con Fs bisognerà certamente revocare la fusione per incorporazione di Anas. Servirà quindi un decreto per cancellare il progetto del passato governo. E l'impressione è che il nuovo ad non avrà molta carta bianca.
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