Scontro al vetriolo tra il sindaco e i due vicepremier
Botta e risposta al veleno. Il pomo della discordia riguarda le chiusure domenicali di negozi e centri commerciali. Dopo le parole dure del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, durante un convegno all'università Bicocca, sono arrivate le repliche stizzite dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e la controreplica del primo cittadino del capoluogo lombardo, in particolare, all'indirizzo del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro.
La proposta del governo gialloverde sulle chiusure di domenica di alcuni negozi, soprattutto negli shopping center, non è andata giù a Beppe Sala. Ormai è chiaro. "La trovo una follia", le parole del sindaco. "E poi perché chi gestisce negozi e ad esempio non i giornalisti? Qual è il senso? Se la vogliono fare in provincia di Avellino la facciano, ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche – ha annotato – non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti".
Pronta la replica del vicepremier, Luigi Di Maio, che su Instagram è sbottato. "Per il sindaco di Milano Sala – ha scritto – i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessun altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!". E non finisce qui, perché il sindaco di Milano ha affidato sempre ai social un'altra bordata: "Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi 'fighetto'. Non ho altro da aggiungere".
Se nel governo gialloverde non mancano gli attriti, dalla prescrizione alle grandi opere come la Tav, sul tema delle chiusure domenicali, però, c'è unità di visione. E l'altro vicepremier, Matteo Salvini, dall'Eicma, Esposizione internazionale del ciclo e del motociclo, alla Fiera di Rho, ha lanciato un'altra stilettata a Sala: "Da milanese mi sembra quantomeno irrispettoso. Se fossi il sindaco, più che di occuparmi del governo, di Avellino, mi occuperei di alcune zone della mia città assolutamente fuori controllo". Poi il ministro dell'Interno ha rincarato la dose con un altro attacco al sindaco: "Da milanese porto più rispetto ad Avellino rispetto a questo radical-chic da salotto buono milanese e poi ci sono delle proposte di legge su cui stiamo discutendo".