Attesa tra venerdì e sabato la sentenza sul ricorso presentato da Salvini alla decisione del tribunale del riesame di Genova
Cattive notizie per il Carroccio. Il Pg della Cassazione, Marco Dall'Olio, ha chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla Lega contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Genova che lo scorso 5 settembre aveva disposto il sequestro preventivo di 49 milioni di euro nell'ambito del procedimento per la truffa sui rimborsi elettorali.
Vicenda per la quale il Tribunale di Genova in primo grado ha condannato il 'senatur' Umberto Bossi e l'allora tesoriere Francesco Belsito rispettivamente a 2 anni e mezzo e 4 anni di carcere. La decisione della Suprema Corte arriverà tra questa sera e domani. Imn particolare, il sostituto Pg Dall'Olio ha chiesto ai giudici della VI sezione penale della Cassazione di respingere il ricorso presentato da Matteo Salvini, in quanto segretario del Carroccio, contro l'ordinanza del Riesame di Genova che il 5 settembre aveva confermato l'ampiezza del sequestro preventivo dei fondi del partito fino a raggiungere la soglia di 49 milioni di euro, su qualunque conto e presso chiunque venissero trovati. Lo ha confermato l'avvocato Giovanni Ponti che difende la Lega con il collega Roberto Zingari, al termine dell'udienza di questa mattina che si è svolta a porte chiuse. Nel pomeriggio i giudici si ritireranno in camera di consiglio per prendere una decisione.
La Lega aveva raggiunto con la procura di Genova nei mesi scorsi un accordo per restituire a rate i 49 milioni contestati. La decisione al vaglio dei supremi giudici non riguarda direttamente l'accordo di 'rateizzazione' della restituzione del debito, che verrebbe rimesso in discussione solo nel caso in cui vi sia un annullamento del sequestro. La Cassazione si era già occupata di fondi della Lega lo scorso aprile, quando la seconda sezione penale, accogliendo il ricorso della procura di Genova, aveva annullato con rinvio l'ordinanza con cui il Riesame del capoluogo ligure, nel novembre 2017, aveva respinto la richiesta dei pm di andare avanti con i sequestri.
Nelle motivazioni di quella sentenza, depositate poi a luglio, i giudici di Palazzaccio avevano rilevato che "la fungibilità del denaro e la sua stessa funzione di mezzo di pagamento non impongono che il sequestro debba necessariamente colpire le medesime specie monetarie illegalmente percepite", ma "la somma corrispondente al loro valore nominale, ovunque venga rinvenuta, una volta accertato come nel caso in esame il rapporto pertinenziale quale relazione diretta, attuale e strumentale, fra il danaro oggetto del provvedimento di sequestro ed il reato del quale costituisce il profitto illecito". Seguendo questa linea interpretativa, il Riesame a settembre ha dato il via libera ai sequestri. Proprio per questo il Carroccio ha deciso di concordare con la Procura un piano di restituzione di quei fondi in tranches da 600 mila euro all'anno.