Mattarella dalla Grecia: “Avanti con Ue, non ripetere errori passato”

La visita del presidente della Repubblica per la commemorazione dell'eccidio dell'8 settembre 1943, dove persero la vita tra i 5000 e i 9000 giovani soldati

Non abbandonare la strada dell'integrazione tracciata dall'Unione europea per "evitare ogni rischio di ricadere negli errori del passato". Sergio Mattarella sbarca nelle isole greche in occasione della festa nazionale del 'No' del popolo ellenico a Benito Mussolini e commemora le migliaia di vittime della divisione Acqui, la maggior parte uccisi da nazisti sull'isola di Cefalonia. "Dopo le terribili guerre del secolo scorso del '900 che hanno dilaniato l'Europa – spiega – l'integrazione dell'Unione ha avviato un percorso per mettere in comune il futuro dei popoli europei assicurando pace amicizia e collaborazione" e "questa giornata con il presidente Pavlopoulos vuole riconfermare la volontà di proseguire su questa strada, per evitare ogni rischio di ricadere negli errori del passato".

L'incontro tra Mattarella e Pavlopoulos pone una pietra miliare verso la strada della pacificazione con il passato (e non della mera riappacificazione storica) al fine di favorire una cooperazione, sempre più feconda, tra Grecia e Italia verso l'edificazione della grande casa comune dell'Unione. A 75 anni dall'eccidio dell'8 settembre 1943, i due presidenti rendono omaggio a quei giovani soldati, che di fronte alla triplice alternativa posta loro dal comando tedesco, presente a Cefalonia, di continuare a combattere al fianco dei tedeschi, di combattere contro i tedeschi o di cedere loro le armi, scelsero unanimemente di onorare fino in fondo la divisa, la divisa italiana.

Salonicco, Cefalonia e Corfù queste le tappe della visita di Mattarella, che dopo Sandro Pertini, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, decide di omaggiare i soldati coraggiosi della divisione Acli. La storia non è ancora riuscita a dare un numero esatto alle vittime di Cefalonia, che potrebbe andare dai 5000 ai 9000, tra fucilati sull'isola, poi bruciati o gettati in mare, e quelli morti sulle imbarcazioni o nei campi di concentramento. Un esercito fantasma di cui non si conosce neanche il vero dispiegamento sul territorio greco, prima dell'eccidio, visto che gli archivi dell'esercito andarono distrutti. Resta la memoria storica dei pochi superstiti forse tra i 30 e i 60 scampati alla morte.

Molti di loro per esempio, racconta un parente di una delle vittime di Cefalonia "sono rimasti in silenzio, dopo essere tornati in patria perché l'unico pensiero era quello di dimenticare tanta violenza". Tra i presenti al cimitero italiano dell'isola anche chi ha scoperto che il padre dichiarato disperso era invece stato ucciso proprio nel 1943 in quella rappresaglia tedesca: "Ho scoperto che mio padre morì a Cefalonia solo nel 2011, quando in una raccolta di lettere di un prete il suo nome figurava tra coloro che aveva ricevuto la estrema unzione prima di essere fucilato".