Manovra, Di Maio: “Standard and Poor’s non ci ha declassato, il governo non arretra”

Il vicepremier commenta il giudizio dell'agenzia di rating e ribadisce: "Si farà il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza e la quota 100 per mandare a casa le persone. E non usciamo dall'euro".Boccia, presidente Confindustria: "Draghi ha salvato l'Italia"

"Standard and Poor's non ci ha declassato, ma siccome bisogna leggere le cose in negativo anche dove non c'è, ora dicono che ci ha mazzolato. Invece deve essere ben chiaro che il Governo non arretra: si farà il reddito di cittadinanza, si farà la pensione di cittadinanza e si farà la quota 100 per mandare a casa le persone". Così il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato il giudizio di Standard and Poor's arrivando in Sicilia per visitare i comuni terremotati e alluvionati delle zone di Catania, Siracusa e Enna. "Queste tre misure sono collegate perché se l'anno prossimo mandiamo in pensione 500mila persone si liberano 500mila posti lavoro per persone che reinseriremo con tanti giovani e meno giovani attraverso la formazione nei centri per l'impiego nel programma del reddito di cittadinanza – ha spiegato Di Maio – Le due cose non si toccano e il reddito di cittadinanza non si ridimensiona. Facciamoci scivolare il monito delle istituzioni che nel passato hanno detto 'sì' alle peggiori nefandezze". 

Il vicepremier ha ribadito ancora una volta: "Basta dire che non usciamo dall'Euro. Tutti si sono convinti, a causa di una narrazione sbagliata, che l'Italia voglia uscire dall'Euro e uscire dall'Europa ma noi ci stiamo bene". 

E parlando ai comuni terremotati e alluvionati delle zone di Catania, Siracusa e Enna, ha precisato: "Nella legge di bilancio di sono 5 miliardi per gli investimenti, tra cui anche quelli che riguardano le ristrutturazioni antisismiche". Gli interventi verranno fatti a partire dalla "messa a norma degli edifici, in modo tale che i terremoti non danneggino più soprattutto quelli pubblici e le scuole dei nostri figli". Anche sull'edilizia privata, ha detto Di Maio, "bisogna fare una stima dettagliata. Lavoreremo giorno e notte, questo lo assicuro a tutti i cittadini, per ritornare alla normalità. Siamo qui per fare visita sia ai sindaci e ai cittadini dei comuni colpiti dai terremoti, sia da quelli dell'alluvione degli scorsi giorni – ha spiegato il vicepremier Di Maio – I tempi devono essere veloci. Ringrazio la presenza della protezione civile nazionale. Questi sono giorni in cui quantificheremo in modo dettagliato i danni, ed è chiaro che si parte da scuole ed edifici fondamentali per la comunità. Si portano avanti tutte quelle iniziative che servono a risarcire, ricostruire e ridare agibilità agli edifici".

Da Firenze alla festa del quotidiano 'Il Foglio', è intervenuto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: "Non mi sembra che Draghi sia contro l'Italia. La questione del quantitative easing è nell'interesse dell'Italia. Abbiamo un governatore di una banca centrale che ha salvato l'Italia, non mi sembra affatto che sia contro l'Italia. Il problema è accettare le critiche e capire cosa c'è dietro, per cercare di costruire e migliorare". Il giudizio di Standard and Poor's "era prevedibile, il messaggio è chiaro: c'è una debolezza nella manovra sul fronte della crescita, che dà un'incoerenza anche alle dichiarazioni del governo – ha detto il presidente di Confindustria – Lo stesso governo dice che attraverso la crescita rende sostenibile questa manovra. Le indicazioni che vengono da tanti, al di là delle lettere delle agenzie di rating, sono quelle di definire un'analisi di impatto, cioè qual è l'effetto sull'economia reale, quindi sulla crescita reale di questa manovra. Alcuni segnali sembrano non andare in questa direzione, il depotenziamento di Industria 4.0, la chiusura di alcuni cantieri, che fine farà la Torino-Lione, la Pedemontana, il terzo valico, come si fa a crescere se si rallentano alcuni cantieri e si depotenziano alcuni aspetti legati alla crescita – ha continuato Boccia – In più il reddito di cittadinanza, che come concetto è un fatto giusto perché bisogna ridurre i divari nel Paese, ma come si fa a immaginare che si può perdere il reddito di cittadinanza dopo aver rinunciato a tre proposte di lavoro in un Sud in cui se ti arriva una proposta è già un miracolo?".

Insomma, per Boccia questa manovra potrebbe avere degli "effetti di disincentivare al lavoro e degli effetti potenzialmente non recessivi, ma che non spingono alla crescita. Il che significa anziché compensare il rapporto deficit/Pil aumenta il debito pubblico. Non è una manovra che aiuta la crescita. Bisogna stare molto attenti" a fare un muro contro muro con le istituzioni europee, "perché la prima critica alla nostra manovra è arrivata proprio da alcuni potenziali alleati del governo, mi riferisco all'Afd e al presidente Kurz dell'Austria, che sono i primi che l'hanno criticata. Dimostra che la sommatoria dei nazionalismi non è nell'interesse dell'Italia, ma ognuno pensa ai suoi nazionalismi. Il secondo elemento evidente – ha aggiunto – è che occorre un dialogo serrato con l'Europa, occorre far capire all'Europa che sulla crescita si gioca una grande sfida, ma non si può dire che si accetta il dialogo, però non ci si muove su nulla perché il dialogo parte già con questo pregiudizio. Dopodiché questo governo pone una questione di metodo condivisibile, dice che si può superare la regola, sforarla purché ci sia crescita. Dimostri nei fatti che c'è crescita".

Per Boccia "gli industriali possono spingere il governo a fare scelte per la crescita se il governo vuole interloquire e dialogare e cercare di capire, passando dalle criticità alle soluzioni. C'è anche un problema di rapporto dei corpi intermedi con lo Stato. Ci sono molte criticità sia sul merito che sul metodo". Insomma, sintetizzando la posizione degli industriali italiani sulla manovra del governo, Boccia ha precisato: "Siamo ottimisti nelle aspettative pessimisti nelle previsioni".