Il rebus delle nomine ancora lontano dall'essere sciolto
Tutto si muove, nulla si muove. Il rebus delle nomine Rai ancora non è stato sciolto e neanche la cena chiarificatrice, da 'Sabatino' a Roma, è riuscita a mettere un punto. Il braccio di ferro tra Lega e M5S non si arresta, riferiscono fonti qualificate, e anche se prosegue l'interlocuzione è evidente che si è arrivati a punto morto. Il Consiglio di amministrazione di viale Mazzini, che voci volevano possibile per giovedì, non è stato ancora convocato e, visti i tempi, per questa settimana non se ne parla (la convocazione deve partire infatti 48 ore prima della data stabilita).
Ci sono due ordini di problemi, viene spiegato: il primo è che la Lega non riesce proprio a digerire alcuni nomi troppo vicini alla sinistra, il secondo è l'atteggiamento di Marcello Foa, più vicino alle funzioni di amministratore delegato che a quelle di presidente. Fabrizio Salini, infatti, sembra soffrire questo modus operandi, anche perché a lui competono le nomine di Tg e Reti, mentre il presidente dovrebbe mettersi nella condizione, non certo di puro osservatore, ma neanche in quella di chi ha potere decisionale. Di contro ci sarebbero diverse pressioni ai vertici dell'azienda perché si convochi il Cda, che sul piatto dovrebbe anche avere questioni aziendali che ad horas sono di normale amministrazione e utili per il funzionamento dell'azienda, mentre più passa il tempo e più rischiano di diventare problemi straordinari.
Tornando alle nomine, pomo della discordia risulta ancora essere il Tg1 su cui il Movimento 5 Stelle vorrebbe mettere il cappello con l'ex corrispondente da Bruxelles, Giuseppina Paterniti. A storcere il naso non solo il Carroccio, ma anche alcune 'forze interne' alla Rai. La Lega vorrebbe Gennaro Sangiuliano alla guida del telegiornale principale, se così fosse al Tg2 andrebbe Giuseppe Carboni (quota M5S), mentre al Tg3 sarebbe riconfermato Luca Mazzà. Schema che sarebbe confermato qualora i pentastellati rinunciassero a Paterniti e quindi al Tg1. Se non fosse così, Sangiuliano passerebbe al Tg2 e Carboni al Tg3.
Per quanto riguarda le reti, invece, ferma restando l'alternanza tra Lega e M5S, l'ammiraglia sarebbe guidata da Marcello Ciannamea, a RaiDue andrebbe Maria Pia Ammirati e a Raitre Stefano Coletta. Spunta però il caso Rainews24. In un primo momento si era pensato alla riconferma di Antonio Di Bella, nome superato perché si vorrebbe puntare su una donna come Simona Sala (profilo istituzionale che piace a M5S) o Federica Sciarelli (gradita a Matteo Salvini). Nella famosa cena sarebbe stato messo sul tavolo anche il nome di corrispondente da Parigi, giornalista israeliana di origine araba. Un profilo, viene spiegato, segnalato direttamente dall'azienda, ma che Salvini e Di Maio non avrebbero accolto con entusiasmo.
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