Obiettivo chiudere a Montecitorio venerdì. Restano le perplessità di Forza Italia, critico anche il Pd
Obiettivo finire alla Camera entro venerdì e convertire il decreto Genova in legge entro 10 giorni. Perché si è chiuso l'esame degli emendamenti del dl Emergenze, che contiene le misure per la ricostruzione il Ponte Morandi, oltre a iniziative per il sisma del centro Italia e di Ischia. Un timing serratissimo che, come spiega lo stesso viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, conta di approvare il testo alla Camera entro venerdì e poi dare al Senato una settimana per la definitiva approvazione. Il testo è atteso nell'aula di palazzo Madama il 13 novembre.
Il governo infatti vuole "rendere operative il più presto possibile le misure cosicché il commissario possa iniziare a lavorare" sottolinea Rixi. Il ricorso alla fiducia, però, utile per accelerare i tempi anche in vista dell'arrivo della legge di Bilancio alla Camera, non è del tutto escluso. "Non dovrebbe essercene la necessità – aggiunge l'esponente leghista del governo – ma se servisse ritengo che ormai il decreto sia strutturato. Con il lavoro che abbiamo fatto in commissione sarebbero illogici 5mila emendamenti e un atteggiamento ostruzionistico".
L'approdo è previsto per mercoledì mattina nell'aula di Montecitorio con l'inizio della discussione generale. L'esecutivo conta di iniziare a votare gli emendamenti già a partire dal pomeriggio. Sul testo restano le perplessità di Forza Italia che al momento ha dichiarato di astenersi, con l'auspicio che venga modificato dall'assemblea. Critici anche dal Partito democratico che in extremis, quando già era chiuso il pacchetto emendamenti, è riuscito a far recepire ai due relatori, Gianluca Rospi (M5S) e Flavio Di Muro (Lega), la condizione contenuta nel parere della commissione Affari costituzionali, che puntava il dito sulla deroga nelle mani del commissario straordinario alle norme extrapenali. Nella norma approvata, infatti, non è inserito il Codice antimafia, pertanto Marco Bucci dovrà rispettare le norme del codice, così come aveva anche chiesto il presidente di Anac, Raffaele Cantone. Inoltre, entro 15 giorni dall'entrata in vigore del decreto convertito in legge il Viminale dovrà procedere con un decreto ministeriale.
Tra le modifiche approvante anche quella che riguarda la sanatoria a Ischia. Entro sei mesi, le autorità competenti dovranno chiudere le procedure di condono presentate ai sensi del condono edilizio del 2003 e, in ogni caso, gli aiuti di Stato per la ricostruzione non saranno comunque concessi per aumenti di volume oggetto di condono.
Nell'emendamento dei relatori inoltre le domande di sanatoria, presentate in base al condono del 2003 e ancora pendenti, saranno definite "previo rilascio del parere favorevole da parte dell'autorità proposta alla tutela del vincolo paesaggistico". Infine non sarà concessa nessuna autorizzazione nel caso in cui il proprietario risulti condannato con sentenza definitiva per i reati di associazione di tipo mafioso, riciclaggio o impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
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