Intervista alla senatrice del m5s e presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, prima firmataria nella passata legislatura della proposta di legge per l'istituzione dell'assegno

Aumentare il rapporto Deficit/Pil per finanziare il reddito di cittadinanza? Assolutamente sì, perché la misura "non è un costo ma un investimento" che permetterà "di rilanciare i consumi". Lo assicura a LaPresse Nunzia Catalfo, senatrice M5s e presidente della commissione Lavoro di palazzo Madama, prima firmataria nella passata legislatura della proposta di legge per l'istituzione dell'assegno.

Il suo disegno di legge è datato 29 ottobre 2013. E' la volta buona?
Sì. Il reddito di cittadinanza è una misura attiva da anni nel resto d'Europa ma, come lei sa bene, nella scorsa legislatura con il Jobs Act il Pd ha preferito finire l'opera di precarizzazione del mercato del lavoro invece di aiutare i cittadini in difficoltà".

Un potenziamento del Reddito di inclusione, come ipotizzato da qualcuno, sarebbe sufficiente per voi in questa fase?
No. Il ReI e il nostro Reddito di cittadinanza sono due misure diverse, sia nella finalità – il primo è di natura assistenziale mentre il Rdc è una misura proattiva orientata al reinserimento lavorativo e sociale – sia nell'ammontare del beneficio economico. Proprio per questo, il ReI sarà integralmente assorbito dal Reddito di cittadinanza".

Che ne pensa della proposta di condizionare l'erogazione del reddito all'Isee e di limitarne la durata a tre anni?
L'Isee può essere uno degli indicatori ai fini dell'erogazione del Reddito di cittadinanza, ma sono valutazioni ancora in corso di definizione. Per quanto riguarda la durata triennale della misura, invece, va specificato che ci saranno verifiche periodiche ogni 18 mesi. Trascorsi tre anni, la misura potrà essere rinnovata fornendo prova della sussistenza dei requisiti: ricerca attiva del lavoro, completamento dei percorsi di formazione, involontarietà della disoccupazione, reddito familiare.

La proposta di istituire un reddito di cittadinanza era legata al potenziamento dei centri per l'impiego. E' fattibile in tempi brevi?
Sì. È un lavoro che abbiamo già iniziato a fare con il Decreto Dignità e che potenzieremo con la legge di Bilancio tramite lo stanziamento di fondi per l'incremento del personale dei centri per l'impiego. Personale che però dovrà necessariamente essere qualificato, individuato secondo i fabbisogni specifici dei cittadini che si rivolgono ai Cpi.

La sua proposta prevedeva l'erogazione del reddito di cittadinanza anche agli stranieri residenti in Italia, mentre pare che verrà riservato esclusivamente ai cittadini italiani. Non rischia di essere discriminatorio?
No. La proposta prevede l'erogazione del beneficio per i cittadini italiani, comunitari e soggiornanti di lungo periodo.

Nel suo disegno di legge si parlava anche dell'introduzione del salario minimo orario. Questa discussione è stata accantonata?
Assolutamente no. Posso anticiparle che la proposta sul reddito di cittadinanza contiene un articolo dedicato all'introduzione del salario minimo che è anche oggetto di uno specifico disegno di legge già depositato al Senato e di un'indagine conoscitiva autorizzata dalla presidente Casellati che si svolgerà a breve in Commissione Lavoro.

Ritiene sia una buona idea finanziare il Reddito di cittadinanza attraverso l'aumento del rapporto deficit/Pil?
Sì. Con la Manovra del popolo questo Governo ha messo i cittadini e i loro bisogni al centro della propria azione. Il Rdc non è un costo ma un investimento che negli anni a venire darà i suoi frutti sia in termini occupazionali sia economici. Permetterà di fatto di rilanciare i consumi garantendo un reddito e un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro a tanti disoccupati di lungo periodo oggi esclusi da ogni misura di politica attiva del lavoro.

Davvero il M5s non voterà il Def se non sarà 'coraggioso' e non ci sarà il reddito di cittadinanza in manovra?
Mi pare ovvio. Anche perché il Reddito di cittadinanza è uno dei pilastri portanti del Contratto di Governo.

Non temete che i vostri elettori percepiscano in maniera errata la pace fiscale su cui insiste la Lega?
Per noi la pace fiscale non è un condono ma piuttosto un modo per venire incontro a tanti contribuenti in difficoltà le cui situazioni verranno valutate dagli uffici fiscali. Quando risulta chiaro che un contribuente non ce la fa a pagare le tasse per ragioni oggettive e non certo perché nasconde ricchezza all'estero crediamo sia giusto venirgli incontro per dargli una boccata d'ossigeno e rimettersi in sesto.

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