Autostrade, l’ipotesi nazionalizzazione agita il governo e la Lega

Fa discutere anche il voto del Carroccio, nel 2008, a favore della conversione del decreto 'Salva Benetton'

La patata bollente della nazionalizzazione di Autostrade divide il governo gialloverde e agita la Lega. E non solo: fa discutere il voto del Carroccio, nel 2008, a favore della conversione del decreto, il 'Salva Benetton', che prorogava la concessione della società di gestione che fa capo ad Atlantia. Intanto, il M5S dal suo blog attacca Pd e Forza Italia, 'accusati' di aver favorito proprio i concessionari autostradali.

Nazionalizzazione sì, no, forse: questo è il dilemma. "Studiando i bilanci di Autostrade, sì", sostiene il ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini. Più cauto il leghista Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che si dice "non molto persuaso che la gestione dello Stato garantisca maggiore efficienza" e sottolinea che vanno rivisti "i margini di redditività delle concessioni", considerati "spropositati". Mentre per il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, "sarebbe conveniente" far passare in mano pubblica la gestione di Autostrade, perché "ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade". Insomma, le due anime del Governo vengono fuori. E Salvini prova a smorzare la polemica: "Stiamo studiando e lavorando. Sicuramente, non faremo i regali che qualcuno ha fatto in passato".