Strage di Bologna, 38 anni fa 85 morti. Mattarella: “Ancora zone d’ombra”

Il ricordo della politica del'attentato del 2 agosto 1980, il più grave avvento in Italia

"Sono trascorsi trentotto anni dalla tremenda Strage di Bologna, che straziò 85 vite innocenti, con indicibili sofferenze in tante famiglie, ferendo in profondità la coscienza del nostro popolo. Il tempo non offusca la memoria di quell'attentato, disumano ed eversivo, che rappresentò il culmine di una strategia terroristica volta a destabilizzare la convivenza civile e, con essa, l'ordinamento democratico fondato sulla Costituzione. L'orologio della stazione, fissato sulle 10 e 25, è divenuto simbolo di questa memoria viva, di un dovere morale di vigilanza che è parte del nostro essere cittadini, di una incessante ricerca della verità che non si fermerà davanti alle opacità rimaste", queste le parole del presidente della Repubblica nel giorno dell'anniversario della strage di Bologna. 

Sergio Mattarella ha ricordato come "Bologna e l'Italia seppero reagire" in occasione della strage del 2 agosto 1980 "mostrando anzitutto quei principi di solidarietà radicati nella nostra storia". "Il popolo italiano – ha continuato il presidente – seppe unire le forze contro la barbarie. Di fronte alle minacce più gravi, le risorse sane e vitali del Paese sono sempre state capaci di riconoscere il bene comune: questa lezione non va dimenticata". "I processi giudiziari – ha detto Mattarella – sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell'attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d'ombra da illuminare. L'impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l'incalzante domanda di verità e giustizia".