Pontida, Salvini lancia ‘Super Lega’ europea: “Governeremo per 30 anni”

Bagno di folla per il leader del Carroccio: "5S onesti e coerenti, ma sui porti decido io"

Una "Lega delle Leghe" che metta insieme "tutti i movimenti liberi e sovrani che vogliono difendere la propria gente e i propri confini": così dopo il muro di Berlino cadrà anche "il muro di Bruxelles". Matteo Salvini rinnova il giuramento di Pontida, ma lo traduce in chiave continentale.

Se prima c'era da difendere il Nord, e poi l'Italia tutta, ora la battaglia si sposta in Europa. "Non è la Lega che è cambiata, è il mondo che cambiato. Abbiamo capito che da soli non andavamo da nessuna parte. Per vincere occorreva unire l'Italia, come occorrerà unire l'Europa", dice. "In Italia governeremo, non per cinque mesi o cinque anni, ma per trent'anni", assicura Salvini che guarda già alle elezioni europee. Saranno, spiega, "un referendum fra l'Europa delle élite, delle banche, della finanza, dell'immigrazione e del precariato da una parte, e quella dei popolo e del lavoro dall'altra".

Per preparare la grande alleanza dei populisti con Marine Le Pen, Viktor Orban, i tedeschi di AfD, che Salvini sosterrà girando le capitali europee. Perché le idee della Lega "sono l'unica speranza che ha l'Europa per rimanere viva" in un momento in cui "i popoli non sono mai stati così in conflitto". La sfida con le istituzioni Ue si rinnova anche sul fronte dei conti pubblici: il vicepremier rilancia l'impegno a cancellare la legge Fornero "ingiusta disumana e profondamente sbagliata" e garantisce che lo si può fare anche all'interno dei vincoli Ue, "ma se per fare stare meglio la nostra gente dovremo ignorare uno zero virgola imposto da Bruxelles, per me quel vincolo vale meno di zero".

In Italia la Lega sente di non avere rivali: "Non cresce solo lei, ma fa crescere tutti", rileva Salvini parlando degli alleati di Forza Italia e Fratelli d'Italia, e oggi c'è "il record storico di governatori di centrodestra". Che lo scontro, per i vertici del Carroccio, sia ormai spostato sul campo internazionale lo certifica anche il numero due del partito Giancarlo Giorgetti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio spiega che "oggi l'opposizione in Italia non c'è, il popolo è tutto con noi" e quindi "la sfida è a chi comanda nel mondo e in Europa e ha deciso che l'immigrazione è una cosa buona". Il tema della chiusura dei porti torna a più riprese anche nel discorso del leader. "Sciacalli sono quelli che dicono che è colpa nostra un naufragio a tre miglia dalle coste della Libia. Ringrazio la guardia costiera libica che nel silenzio ha soccorso più di mille disperati che stavano per annegare", è il messaggio dal palco. "I porti per chi traffica esseri umani sono e resteranno chiusi" taglia corto rispondendo alle domande dei giornalisti, "oggi c'è una terza nave che prenderà la via di un altro paese. Ce ne saranno anche una quarta, una quinta e così via".

Al presidente della Camera Roberto Fico, e a chi nel M5s critica la linea dura sull'immigrazione, Salvini risponde: "In questi mesi di lavoro ho trovato che ministri e dirigenti 5 stelle sono persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare il paese, ma sui porti decido io". Un'affermazione che non è piaciuta al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, il cui dicastero, in realtà, è co-responsabile della gestione degli scali portuali. "Si conferma un'ottima intesa con Salvini sul merito del tema migranti. Tuttavia, in relazione alle sue parole si fa notare che le prerogative sono congiunte tra Mit e Ministero dell'Interno, visto che ai Trasporti fanno capo Capitanerie e Guardia Costiera", precisa una nota nel pomeriggio. Dal prato di Pontida, Salvini, ostenta tranquillità sul rapporto con gli alleati di governo: "Non riusciranno a dividerci".

 

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