Il premier ha chiesto la fiducia al Senato. "Avverto pesante responsabilità". Saluto a Mattarella. Poi la difesa del "populismo"

Un'ora e un quarto di discorso, intervallato da lunghi applausi della maggioranza e qualche protesta dell'opposizione. Il professor Giuseppe Conte, "l'avvocato che tutelerà gli interessi del popolo italiano", debutta in Senato per chiedere la fiducia al suo programma di governo che ricalca passo per passo il contratto gialloverde. Un contratto che, assicura, ha condiviso "pur in via discreta" già dalla scrittura. E su questo chiede all'aula la fiducia perché il vento del cambiamento "sta soffiando dappertutto: nelle grandi città e nei piccoli comuni" e ha prodotto, lo scorso 4 marzo, "una geografia del consenso politico completamente inedita".

Alle critiche, a quei 'populisti' e 'anti-sistema' con cui spesso vengono etichettate Lega e ancor più M5s, Conte risponde rivendicandole per il suo perché se populismo "è l'attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente", e se anti-sistema "significa mirare a introdurre un nuovo sistema", ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni.

 

 

POLITICA ESTERA. Conte ribadisce "la convinta appartenenza del nostro Paese all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato" ma "saremo fautori di una apertura alla Russia" e "ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa". Per quanto riguarda l'Europa "è la nostra casa" ma "quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un'Europa più forte e anche più equa". Serve unadeguamento della governance, insiste Conte, e "siamo ottimisti sul risultato di queste riflessioni e fiduciosi della nostra forza negoziale, perché siamo di fronte a una situazione in cui gli interessi dell'Italia, in questa fase della costruzione europea, coincidono con gli interessi generali dell'Europa e con l'obiettivo di prevenire un suo eventuale declino".

MIGRANTI. "Metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà" perché "è evidente come la gestione dei flussi migratori finora attuata ha rappresentato un fallimento", dice Conte spiegando che "chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino". "Non siamo e non saremo mai razzisti", assicura respingendo le critiche, ma "dobbiamo non solo combattere con severa determinazione le forme più odiose di sfruttamento legate al traffico di esseri umani, perpetrate da scafisti privi di scrupoli" e "riorganizzare e rendere efficiente il sistema dell'accoglienza, assicurando trasparenza sull'utilizzo dei fondi pubblici ed eliminando ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata". E dunque se non ci sono i presupposti per la permanenze dei migranti "ci adopereremo al fine di rendere effettive le procedure di rimpatrio e ci adopereremo affinché anche in sede europea tutti i Paesi terzi che vorranno stringere accordi di cooperazione con un Paese membro dell'Unione acceda alla sottoscrizione di accordi bilaterali di gestione dei flussi migratori".

VITALIZI. Per Conte bisogna tagliare pensioni e vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei dipendenti degli organi costituzionali, applicando il normale sistema previdenziale: "Le cosiddette pensioni d'oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato", dice il premier annunciando che "interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati".

GIUSTIZIA. Il governo si impegnerà, spiega Conte, per inasprire le pene per il reato di violenza sessuale, oltre all'equo indennizzo a favore delle vittime, assicurare la certezza della pena, aumentare il numero di carceri per "assicurare migliori condizioni alle persone detenute" e riformare la prescrizione perché non sia più un espediente per sottrarsi al processo. Per quanto riguarda la lotta alla corruzione, arriverà il Daspo per corrotti e corruttori, il potenziamento di agenti infiltrati. "Contrasteremo con ogni mezzo le mafie – promette il premier – aggredendo le loro finanze, le loro economie e colpendo le reti di relazioni che consentono alle organizzazioni criminali di rendersi pervasive nell'ambito del tessuto socio-economico". Quanto al conflitto di interessi, "un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale fin nelle sue radici", "rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta, che l'agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa".

 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata