Governo pronto per la fiducia: nessun problema alla Camera, calcoli in Senato

Si vota la prossima settimana, quasi sicuramente martedì e mercoledì

La prossima settimana, probabilmente martedì e mercoledì, il Parlamento voterà la fiducia al governo M5S-Lega. Per il calendario preciso delle votazioni, bisognerà aspettare la decisione delle conferenze dei capigruppo di Senato e Camera, che si terranno lunedì. In linea di massima, Palazzo Madama dovrebbe esprimersi martedì 5 giugno, Montecitorio mercoledì 6 giugno.

Al Senato il nuovo governo può contare su 167 voti certi, 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. A Palazzo Madama, infatti, ci sono 58 senatori della Lega e 109 del Movimento 5 stelle. In realtà, però, a votare la fiducia ci dovrebbero essere almeno altri 4 senatori, facendo salire la maggioranza a quota 171. Quando il premier Giuseppe Conte ha tenuto le sue consultazioni preliminari, la promessa di un voto positivo anche di Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, senatori eletti nelle fila del M5S, gruppo al quale però non si sono poi potuti iscrivere per scandali di varia natura. Hanno annunciato il loro sostegno anche i senatori Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario, esponenti del gruppo Maie, eletti all'estero.

A Palazzo Madama, poi, si studiano le mosse del gruppo delle Autonomie, che in linea teorica potrebbero far salire la quota di maggioranza sino a 174-175 sì. Durante le consultazioni, il gruppo non aveva chiuso al premier.

Al Senato il gruppo di Fratelli d'Italia, che conta 18 senatori, si asterrà. In un primo momento era invece orientato verso il no alla fiducia. Ma, dopo gli ultimi contatti con Matteo Salvini, il partito di Giorgia Meloni ha cambiato linea e ha annunciato l'astensione. I voti contrari, di conseguenza, dovrebbero essere 61 da Forza Italia, 52 dal Pd, più alcuni componenti del gruppo Misto, come Emma Bonino.

Alla Camera, invece, l'esecutivo giallo-verde ha una maggioranza ben più ampia, con 346 voti a favore (222 deputati M5S e 124 leghisti). Sono 30, quindi, i voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta di 316. Anche qui i consensi potrebbero aumentare, sempre grazie ad alcuni deputati ex M5S e ad alcuni componenti del gruppo Misto. FdI – come al Senato – dovrebbe astenersi. All'opposizione, ancora una volta, ci saranno Forza Italia, Pd e LeU.