Governo, Di Maio al Mise: “Via Jobs Act, spesometro e redditometro. Bramini consulente”

Il leader del Movimento 5 stelle in diretta Fb fa i primi passi dentro il suo dicastero e racconta il suo programma

"Perché ho chiesto di unire questi due ministeri? Perché il datore di lavoro e il suo dipendente non devono essere nemici, non devono essere due realtà staccate". Sono le parole di Luigi Di Maio, in una diretta Facebook dall'ufficio che è stato di Carlo Calenda, ormai ex ministro dello Sviluppo economico, dopo il giuramento del nuovo governo e il debutto alla Festa della Repubblica. "Io cercherò di stare sia qui che al ministero del Lavoro, che sono uno di fronte all'altro", ha aggiunto il leader pentastellato.

RIVEDERE IL JOBS ACT. Per quanto riguarda i dossier gestiti, fino all'altro giorno, da Giuliano Poletti, Di Maio ha confermato la 'Quota 100' per le pensioni. Non ha gridato all'abolizione, bensì al superamento, della Legge Fornero. Da rimodulare, poi, anche un'altra importante misura: "Il Jobs Act va rivisto, c'è troppa precarietà. La gente non ha certezza neanche più per prenotarsi le vacanze, non solo per sposarsi. E, se dobbiamo dare più forza all'economia, la dobbiamo ridurre".

LA CONSULENZA ALL'IMPRENDITORE FALLITO. Consulente di questo super-ministero sarà Sergio Bramini, imprenditore monzese "fallito per colpa dello Stato". Bramini, infatti, nonostante un credito di quattro milioni di euro accumulato dalla sua società, si è visto portare via la sua villa, ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare la società e i 32 dipendenti. Nei giorni scorsi lo stesso imprenditore ha ricevuto anche visite tanto da Di Maio quanto da Salvini. La sua azienda, Icom, aveva vinto diversi appalti per la gestione dei rifiuti. Ma i pagamenti non arrivavano. Ritardi dopo ritardi, le banche hanno interrotto le linee di credito. Bramini si è così ritrovato fallito e senza casa.