Ancora non si è insediato e ha già creato la prima polemica. Il neo ministro alla Famiglia e alla Disabilità, Lorenzo Fontana, in un'intervista rilasciata al 'Corriere della Sera' ha sostenuto che "non essendoci in Italia una legge, le famiglie arcobaleno non esistono". E ancora: "Se l'Europa sta invecchiando, ha bisogno di fare figli" e "voglio intervenire per potenziare i consultori per cercare di dissuadere le donne ad abortire". Parole pesanti come pietre che suonavano come il manifesto programmatico del suo dicastero, salvo poi spiegare in serata che su quei punti "non è stato previsto nulla sul 'contratto' tra Lega e M5s" e liquidare la polemica come "strumentale".
La giornata per Fontana, però, è stata tutt'altro che tranquilla. Mentre assisteva alla parata del 2 Giugno, sul neoministro piovevano critiche feroci: dal Partito democratico a Leu, fino al mondo Lgbt. E a fine mattinata anche Matteo Salvini ha dovuto prendere posizione per fermare quella che aveva tutta l'aria di trasformarsi in una valanga.
"Voglio intervenire per potenziare i consultori, così di cercare di dissuadere le donne dall'abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà", ha sottolineato Fontana trascinandosi dietro una grande disapprovazione. Uno dei primi a rispondere è Matteo Orfini che ha definito le famiglie arcobaleno "bellissime". L'Arcigay ha chiarito come il pensiero del neo ministro sia "razzista, omofobo e imbarazzante". "Il Ministro alla Famiglia – spiega Gabriele Piazzoni – che si aggrappa a quel singolare asfittico appiccicato al suo dicastero, promovendo l'invisibilità delle famiglie arcobaleno, che sono un dato di realtà e non un'opzione".
E per evitare la prima vera grana del nuovo esecutivo, il leader leghista ha cercato di arginare le polemiche. "Unioni civili e aborto non sono leggi in discussione", ha specificato Salvini. Dunque Fontana "ha le sue idee ed è libero di averle, ci mancherebbe altro", ma quella riflessione "non e' nel Contratto di governo".
In serata il neoministro della Famiglia ha tentato di gettare acqua sul fuoco spiegando che il suo obiettivo era solo "quello di invertire la rotta per quanto riguarda la crisi demografica e per farlo – ha precisato – bisogna aiutare la natalità, la maternità, le famiglie. Pensavo di dire che fosse una cosa condivisa perché addirittura mi dicono che questo è un problema sociale ed economico; lo dice Cottarelli nel suo libro, lo dice l'ultimo Dpef fatto dal Governo però evidentemente a qualcuno da fastidio se uno è cattolico, mi sembra che essere cattolico sia un marchio di vergogna ma siamo in Italia non in Arabia Saudita".