Di Maio raggiante, Salvini più compassato. Di Maio che parla di "momento storico", di "terza repubblica" e di personificazione del programma in un vero e proprio leader. Salvini che parla degli psicofarmaci che gli italiani devono prendere oggi e promette "più lavoro, meno tasse, meno burocrazia e più sicurezza". E aggiunge, un po' "trumpianamente" che, il nuovo governo "rispetterà tutti i trattati, ma "metterà al centro l'Italia e gli italiani". Tutti e due che, ufficialmente, non fanno il nome del candidato premier, ma Di Maio se lo fa sfuggire subito dopo con i giornalisti: è Giuseppe Conte, il professore di diritto di cui tutti parlavano da giorni. Finisce così (si spera) dopo 80 giorni (Di Maio lo ripete più volte) il complicatissimo parto del primo governo della XVIII legislatura. L'esecutivo, sia chiaro, nascera dopo che Mattarella avrà consegnato l'incarico a Conte ma, finalmente, s'intravede la fine di questo lungo percorso. Di Maio e Salvini hanno parlato con il capo dello Stato. Ora la palla è a Mattarella che dovrà pesare quello che gli hanno detto (programma, candidato premier e ministri) e prendere le sue decisioni. la più importante è l'incarico.