Non c'è ancora l'accordo, ma la discussione procede. Domenica mattina altro tavolo. Stessa sede della terza giornata di incontri. Com'è andata? Oltre cinque ore di tavolo fra i tecnici di Lega e M5S al Pirellone, a Milano, e poi il faccia a faccia di circa due ore alla presenza dei leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Sul tavolo al 23esimo, negli uffici pentastellati, nel palazzo che ospita il Consiglio regionale c'è una copia del contratto di una ventina di pagine, intitolato 'Contratto per il governo del cambiamento', con in cima i contrassegni elettorali dei due partiti.
"La discussione va avanti. Ci sono ampi punti di convergenza. Sono ottimista e non solo sulla discussione al tavolo ma per quelli che la temono e ci stanno attaccando: vuol dire che siamo sulla buona strada. Ovviamente, domenica dovremo continuare a lavorare in modo tale che la prossima settimana si possa presentare il prima possibile un programma articolato e concluso", dice Di Maio, arrivato circa un'ora dopo il segretario di via Bellerio, prima su Facebook e poi uscendo dal Pirellone, assediato dai cronisti. "Non abbiamo parlato di nomi che credo sia la cosa che vi interessa di più". E ancora: "Speriamo che domenica possa essere una discussione utile e anche esauriente per poter dare questo contratto agli italiani il prima possibile". Insomma, "Stiamo facendo le cose con enorme scrupolo perché abbiamo a cuore il miglior risultato che si può ottenere: altrimenti non ha senso andare al governo e sarebbe meglio andare al voto".
Dal canto suo, Salvini gioca con le percentuali: "Se la compatibilità arriverà all'80% si parte, altrimenti ci abbiamo provato e ce l'abbiamo messa tutta". E ancora: "Come promesso, lavoro fino all'ultimo per dare un futuro migliore all'Italia. Vediamo se riusciamo a trovare un accordo nelle prossime ore, perché il presidente Mattarella vuole sapere". "Se su alcuni punti c'è accordo, firma e totale condivisione, preferisco dare un governo che si prende questi impegni con gli italiani anziché fare governi strani", sottolinea ancora. E, sullo stato dell'arte della discussione, il leader leghista fa sapere che la trattativa "sta andando, non vi dico se bene o male. Sono contento perché si sta parlando di temi e non di nomi, cognomi e ministri".
Nel contratto ci sono "circa 30 punti", anche se c'è un balletto di numeri, visto che si parla ancora di bozza e non di una versione definitiva da portare al Colle. "L'idea – spiega Salvini – è di mettere nero su bianco nomi, cognomi, tempi, modi e costi. Tutto quello che vogliamo fare ovviamente passa attraverso la rinegoziazione dei trattati europei, perché se non cambiano le regole europee, non cambiano i parametri, i vincoli imposti dall'Europa, l'Italia soffoca e su questo mi sembra che l'impegno sia comune". Oltre ai soliti temi cari alla Lega, dalle tasse alle pensioni, dall'immigrazione all'autonomia e alla legittima difesa. Mentre sulla questione Ilva sarebbe passata la posizione 'soft' della Lega e non la spinta per la chiusura dei pentastellati, che spingono per il reddito di cittadinanza, la lotta alla corruzione. Sullo sfondo il rapporto con Silvio Berlusconi, riabilitato e ricandidabile dopo il verdetto del Tribunale di Sorveglianza di Milano. Salvini si affretta a dire: "A me interessa che tutto questo non comporti rotture nel centrodestra, visto che sono il portavoce di una coalizione che comprende non solo la Lega. Quindi, se riusciamo a fare tutto questo insieme, sono contento". E il conflitto d'interessi "non è una mia priorità" e, comunque, non si tratterà di un provvedimento "punitivo per nessuno".