Il presidente della Camera vedrà le due delegazioni per la formazione del nuovo governo
Al via giovedì 26 aprile i nuovi incontri tra il presidente della Camera Roberto Fico e le delegazioni del Partito democratico e del MoVimento 5 Stelle in seguito al mandato esplorativo conferito dal capo dello Stato. Alle 11 l'incontro con la delegazione del Pd, alle 13 il M5s. Le consultazioni avvengono nel Salottino del Presidente. La webtv e il canale satellitare della Camera trasmetteranno in diretta le dichiarazioni delle delegazioni
A margine della manifestazione del 25 aprile, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina riflette sul dialogo coi pentastellati: "Per fare questo passaggio e lavorare di fronte a questo scenario molto complesso abbiamo bisogno di tutte le forze del Partito democratico. Non possiamo semplificare questo lavoro nelle logiche comunicative dei renziani e antirenziani, dei martiniani e degli antimartiniani. Basta, basta… Prendiamoci questo spazio per lavorare e dimostriamo che siamo gli unici a poter fare questo per l'Italia. Decideremo insieme e quel che decideremo impegnerà tutti".
Ma Martina è convinto:"Abbiamo sulle spalle una stagione complicata. Ci siamo scontrati, abbiamo ancora oggi distanze importanti. Tuttavia penso che questa sfida vada accettata: ritengo il percorso che il Pd deve giocare all'attacco. Sfidiamo fino in fondo il M5S". Anche se c'è chi è pronto a lasciare il partito in caso di allenza con i 5 stelle, come annuncia il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda su Twitter.
Tra Pd e M5S esiste un'esigenza, certo, di "discussioni approfondite", ha sottolineato Ettore Rosato ma "le distanze tra noi e il Movimento sono abissali, enormi". "Siamo stati avversari per cinque anni non per caso – ha indicato l'esponente dem – ma per profondi motivi di divergenza: questo non va dimenticato nell'affrontare consenso di responsabilità il mandato che il presidente della Repubblica ha assegnato al presidente Fico". E, ha aggiunto, "il fatto di iniziare, di avere un incontro con il presidente della Camera non significa che si può arrivare a un approdo per costruire un governo assieme".
"Con senso di responsabilità", ha ancora indicato, il Pd convocherà i proprio organismi dirigenti per aprire una discussione "che non pone al centro il Pd ma il Paese". Rosato puntualizza anche che, "se è utile fare un governo con forze politiche così distanti, se questo governo può essere utile al Paese, se le distanza sono colmabili, se lo stile di democrazia che caratterizza Pd e M5S è conciliabile",sono tutti elementi che devono essere approfonditi, "almeno noi lo facciamo". Quindi Ettore Rosato puntualizza come la sua opinione sulla "durezza e distanza" dei 5Stelle non sia da leggere solo in un'ottica di "stile diverso, di diversità di vedute e di atteggiamenti; descrive qualcosa di molto più profondo,che è più marcato tra gli elettori del Pd che non tra i dirigenti del partito", specificando che per fare un'alleanza, con chiunque,non trova riscontro dal fatto "che alcuni dirigenti si trovano e assumono una decisione: vuol dire coinvolgere i milioni di elettori che ci hanno votato, in una scelta che è determinante per il Paese".
Ma c'è oggi un Partito democratico "spaccato", gli è stato chiesto dai giornalisti? "Avete mai descritto un Pd unito? Nella Prima Repubblica era normale che i partiti avessero una dialettica interna", ormai patrimonio solo del Pd: "ne abbiamo troppa, dico io, ma abbiamo una dialettica che è frutto del fatto che noi non abbiamo un proprietario", ha chiosato.
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