Nella notte il raid condotto da Usa, Francia e Regno Unito. Il segretario leghista critica la decisione e il leader di FI prende le distanze. Il premier italiano: "No all'escalation".

L'Italia non ha partecipato all'attacco". Ma soprattutto: "Azione mirata e circoscritta, ma non sia inizio di un'escalation". La posizione dell'Italia sull'attacco in Siria avvenuto nella notte da parte di Stato Uniti, Francia e Regno Unito è chiara. A parlare, in mattinata è stato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni che dopo aver condannato l'uso delle armi chimiche che hanno "conseguenze umanitarie atroci non degne della nostra civiltà", ha sottolineato: "Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti sono Paesi alleati, ma abbiamo insistito e chiarito che il supporto logistico che forniamo soprattutto agli Usa, in questo caso particolare, non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria". L'Italia, ha ribadito il premier, in questi sette anni ha sempre sostenuto che la crisi siriana non può essere risolta con la forza: "L'illusione che così si sarebbe arrivati alla cacciata del dittatore Assad, prima di sedersi al tavolo del negoziato, è pericolosa. Non è troppo tardi per lavorare alla soluzione della crisi siriana".

Bipartisan la convinzione della necessità della diplomazia al posto delle armi. Il primo a commentare l'attacco è stato il leader della Lega, Matteo Salvini. "Stanno ancora cercando le 'armi chimiche' di Saddam, – ha scritto su Twitter – stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi 'missili intelligenti', aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi".

Per quanto riguarda la gestione della crisi siriana, "apprezzo l'operato di Gentiloni degli scorsi giorni e di queste ore: il suo equilibrio e la sua misura". Secondo il leader della Lega "l'intervento di stanotte è pericolosissimo, mi auguro che sia l'ultimo: non a caso Germania e Italia che fanno parte della stessa Alleanza non hanno neanche messo a disposizione le basi da cui partire per sganciare i missili", ha sottolineato il segretario leghista. Silvio Berlusconi, scavando un altro solco nella precaria alleanza del centrodestra, ha preso le distanze dal capo del Carroccio consigliando: "In queste situazioni è meglio non pensare e non dire nulla. Poi ha aggiunto: "È un attacco a obiettivi precisi, contro siti legati alla produzione di armi chimiche che traduce il principio internazionale di condanna di tali armi. In questa situazione italiana è meglio che lasciamo intervenire l'Onu, che dirà quello che emergerà dalle prove".

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