Femminicidio, Casellati: Non esistono assassini per amore, no a violenza

A Roma il convegno sulla violenza di genere. Dati spaventosi. La presidente del Senato sui messaggi "fuorvianti". Legnini (Csm): "Urgente una normativa".

Mai parlare di "assassini per amore, o addirittura per troppo amore" nei casi di femminicidio: "è un messaggio fuorviante, perché in quei delitti l'amore non c'entra affatto". La presidente del Senato Elisabetta Casellati interviene al convegno sulla violenza di genere organizzato dal Csm a Roma, e così si rivolge agli organi di informazione. "Nessun violenza, nessun delitto di genere deve essere accettato mai per nessuna ragione", afferma sottolineando la necessità di processi più rapidi per gli aggressori, "perché non si ripetano mai più casi come quello tristemente noto di Torino, dove la lentezza della giustizia ha fatto sì che, dopo 16 anni, sia scattata la prescrizione per gli aguzzini di una ragazza che all'epoca dei fatti aveva 16 anni".

Casellati evidenzia l'importanza dell'aiuto psicologico e materiale alle vittime: "Ritengo fondamentale il ruolo del terzo settore per sostenere le vittime di violenza nella fase immediatamente successiva a quella della denuncia – spiega – La presenza sempre più diffusa di strutture specializzate nell'assistenza eviterà a queste donne, già in forte difficoltà, di dover subire un ulteriore odioso ricatto: se mi denunci, ti sbatto fuori di casa, ti rovino economicamente perché magari non sei autosufficiente. Di esempi, purtroppo se ne potrebbero fare molti".

Per il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, la violenza di genere è "un cancro che corrode la nostra vita collettiva, le nostre relazioni personali e sociali, il senso di umanità e di giustizia". "La lotta ai delitti di genere – afferma Legnini – costituisce un'urgenza indifferibile e rappresenta anche un elemento di misurazione del grado di civiltà del nostro ordinamento", e la repressione non basta contro un fenomeno "che si contrasta anche nelle scuole, con la cultura intesa in senso largo, nella formazione, nelle realtà locali e in tutte le dimensioni sociali dell'esistente in cui le differenze di genere vanno comprese nel loro significato pieno e non secondo ottiche distorte".

Secondo l'Istat, in Italia quasi 7 milioni di donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il 10,6% delle donne, secondo un'indagine del 2014, ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014). I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi, gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%). L'Istat stima che il 21,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni (pari a 2 milioni 151 mila) abbia subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner nell'arco della propria vita. Se si considerano le donne che hanno subito più volte gli atti persecutori queste sono il 15,3%, mentre quelle che hanno subito lo stalking nelle sue forme più gravi sono il 9,9%. Già nel 2006, prima della legge sullo stalking del 2009, l'Istat aveva stimato in oltre 2 milioni le donne vittime di una qualche forma di persecuzione da parte dell'ex-partner.