Come previsto, arriva per Virginia Raggi l'archiviazione della tranche della cosiddetta 'inchiesta nomine' legata all'ex capo della segreteria politica del Campidoglio, Salvatore Romeo. La sindaca supera il primo scoglio giudiziario della vicenda che lo scorso anno ha provocato un vero terremoto dentro Palazzo Senatorio, spazzando via, nel giro di pochi giorni due delle persone a lei politicamente più vicine come Romeo e il capo del personale del Comune Raffaele Marra.
"Infondatezza della notizia di reato. Con queste parole il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica", esulta su Facebook Raggi.
"Oltre un anno di accuse da parte di politici e dei tanti 'soloni' che, dalle loro comode poltrone negli studi e salotti tv, pontificavano su materie che evidentemente non conoscono", prosegue, aggiungendo: "Avevo ragione, sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla. Invece, voglio ringraziare i miei avvocati e tutti voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente".
Primo nodo sciolto dunque, e "adesso avanti a testa alta" la incita, sempre via social, Luigi Di Maio, anche se resta ancora ben stretto l'altro nodo, relativo alle accuse di falso in atto pubblico nella nomina, a capo del dipartimento turismo, di Renato Marra, fratello di Raffaele, per le quali il 21 giugno si aprirà il processo a carico della prima cittadina.
Nel fascicolo su tale nomina, la sindaca è accusata di aver dichiarato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio di aver deciso, lei da sola, ogni dettaglio di tale scelta, senza consultare l'allora capo del personale del Comune, fratello del candidato. Questa circostanza è palesemente smentita dalle chat, tra la sindaca e Raffaele Marra, nelle quali Raggi rimprovera al suo strettissimo collaboratore di averla 'messa in imbarazzo' per aver scelto il fratello senza consultarla.
Nell'ambito della stessa indagine viene giudicato per abuso di ufficio, in un processo a parte, Raffaele Marra, già a giudizio per corruzione insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. L'archiviazione riguarda invece la nomina di Romeo che, nell'estate del 2016, di fatto triplicò lo stipendio all'ex capo della segreteria politica della sindaca, da 39 mila euro lordi l'anno, a 110 mila, scesi successivamente a 93 mila dopo l'intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione. Nel fascicolo erano entrate anche le tre polizze sulla vita che Romeo aveva intestato alla prima cittadina, sua cara amica, del valore complessivo di 41mila euro. Entrambi erano indagati per concorso in abuso d'ufficio.