Berlusconi ricompatta il fronte a destra sui fondamentali del programma, contrasto all'immigrazione e sicurezza in cima
"Silvio, è molto più ciò che ci unisce che ciò che ci divide!". È quasi una dichiarazione quella di Matteo Salvini a Silvio Berlusconi, dopo settimane di polemiche sulle fratture nel centrodestra. L'occasione è l'incrocio delle interviste di Lucia Annunziata ai due leader. Novanta minuti divisi tra il segretario della Lega, in collegamento, e il presidente di Forza Italia, ospite in studio. Nel passaggio di testimone, i due hanno il tempo di scambiare qualche battuta.
"Hai espresso con grande chiarezza posizioni che sono comuni", conferma Berlusconi. E coglie l'occasione per ricevere l'assist di Salvini sulla questione del condono. Pochi minuti prima il leghista aveva difeso il leader azzurro liquidando le dichiarazioni dei giorni scorsi come "fraintendimenti". "Hai ragione – insiste il Cav. – non ho mai parlato di condono: ho detto semplicemente che quando si tratta di abbattere case bisogna vedere chi ci vive dentro, se famiglie con figli piccoli, nuclei fragili".
Berlusconi ricompatta il fronte a destra sui fondamentali del programma, contrasto all'immigrazione e sicurezza in cima: "Seduti a un tavolo siamo riusciti in quello che la Merkel non è riuscita a fare: trovare l'accordo su 10 punti essenziali". Su questi, assicura, "la distanza tra Fi, Fdi e Lega non esiste". A proposito, ma sull'Euro come si fa? "Salvini ha già cambiato idea", sostiene Berlusconi quando il segretario del Carroccio non può più replicare. Poi giura che a Bruxelles quelli a essere guardati con timore sono i pentastellati, mica i leghisti: "Con la sinistra che si è fatta da parte, il confronto in tutti i Paesi d'Europa è tra la grande famiglia democratica del Ppe e i partiti populisti di ogni genere, temuti da tutti i moderati".
Però in Italia il M5s, per il leader azzurro, è diventato innocuo, così come il Pd: "Non c'è più oggi questo pericolo che il M5S vada al governo. Chi voterà Pd o M5S si toglierà questa soddisfazione, ma sarà un voto completamente inutile". Un risultato dalle urne Berlusconi ce l'ha in mente: "arrivare al 25% con Forza Italia e come coalizione al 45%, cosicché un governo di centrodestra sia sicuro".
Un incontro pubblico tra i tre leader di Fi, Lega e Fdi non c'è ancora stato. Però la terza testa della coalizione, Giorgia Meloni, ha organizzato una manifestazione "anti-inciucio" per il 18 febbraio alla quale gli altri due hanno già annunciato la defezione. "Sarebbe come ammettere che vogliamo l'inciucio", si giustifica Berlusconi. "Chi vota Lega sa già che non tradiamo e non cambiamo idea", afferma Salvini. Poi invita tutti il 24 febbraio pomeriggio a Milano con "figli e nipoti", in piazza per "firmare un patto di liberazione del Paese". "Mi dispiace molto che non vogliano partecipare", risponde Meloni ospite nel salotto di Domenica Live da Barbara D'Urso. Ma, almeno su questo, non è categorica: "L'invito è valido fino all'ultimo".
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