Il segretario dem dà il via alla campagna elettorale. Scontro con Grasso sulle tasse universitarie

La partita? "È aperta e sarà una partita a tre". Il Pd? L'obiettivo è andare "oltre il 25 per cento" raggiunto da Bersani nel 2013, ma, soprattutto, fare in modo che a Palazzo Chigi ci vada una personalità del partito democratico. Matteo Renzi dà il via alla campagna elettorale e confida che questi due mesi che ci separano dal voto del 4 marzo possano "riservare delle sorprese".

Il leader dem intende partire dalle proposte: 100 quelle che verranno presentate "in un tabellone" il 21 gennaio, che prenderanno spunto da altrettanti obiettivi raggiunti dai governi Pd in questi cinque anni. Si parte dal lavoro. Dopo aver affrontato "una situazione di crisi occupazionale, passando da 22 a 23 milioni di posti di lavoro", Renzi si concentra sulla qualità dei contratti. "Il principio è il salario minimo legale, un limite orario oltre il quale non si può andare", spiega. Nove-dieci euro l'ora, l'ipotesi cui sta lavorando un gruppo di lavoro guidato da Tommaso Nannicini.

Sul tavolo c'è anche la possibile abolizione del canone Rai. "Qualcuno lo vuole abolire del tutto inserendolo nella fiscalità generale, altri lo vogliono abolire del tutto cambiando i tetti pubblicitari. Qualcuno, come il premier Gentiloni, ha detto 'eliminiamolo ad alcuni'. Qualcuno dice di ridurlo ancora e portarlo a 80 euro. È una proposta che il Pd sta valutando e che porterà in campagna elettorale", annuncia.

Il segretario dem non intende finire tra quelli da promesse da campagna elettorale e proprio su queste attacca gli avversari. "La proposta del canone Rai vale un miliardo e mezzo di euro, quelle di Berlusconi, il reddito di dignità, l'abolizione della legge Fornero, la Flat tax, e le dentiere, valgono oltre 25 miliardi", sorride. È sui numeri che Renzi intende sfidare il centrodestra. Per l'ex premier il leader di FI "più che essere un pericolo per la democrazia è un pericolo per l'economia".

Le cene di Arcore? "Sono un remake del passato solo che al posto di Bossi in canottiera c'è Salvini con la felpa, e al posto di Fini c'è la Meloni", e l'ultima volta che hanno governato "hanno portato l'Italia a un centimetro dalla bancarotta".

Contrario, Renzi, anche alla proposta lanciato da Liberi e Uguali per abolire le tasse universitarie. "È un favore ai ricchi e ai fuori corso. È una norma scritta da Grasso ma pensata per Di Maio", ironizza. Nessun favore ai ricchi, replica il presidente del Senato: "Come per la sanità e la scuola, quella di abolire le tasse universitarie è una proposta di welfare universalistico, cioè uguale per tutti. Tutti i cittadini, infatti, finanzierebbero questo fondamentale bene comune secondo le loro possibilità, attraverso la fiscalità generale. Quindi: chi è più ricco, in proporzione, paga di più".

Renzi in ogni caso non intende dare troppo spago agli ex compagni di strada. Almeno adesso ai nastri di partenza sono avversari al pari degli altri, con la differenza che non hanno chance di vittoria. "Ogni voto che va a Liberi e Uguali, alla sinistra radicale, va a Salvini. Non è che fa scattare il seggio per la Boldrini", mette in chiaro.

Ecco allora che, piuttosto che "provare il M5S al Governo come fosse una macchina, quando invece lascia solo Spelacchio e i rifiuti", meglio per il segretario affidarsi alla "bella squadra Pd". Oltre a Paolo Gentiloni ne farà probabilmente parte anche Pier Carlo Padoan. "È' una delle ipotesi sulle quali stanno lavorando. Certo che gli abbiamo proposto di candidarsi", ammette. Non ancora deciso se Calenda sarà un giorno della partita. "Spero, come si è impegnato a fare, ci dia una mano sul programma, sulle idee e sul futuro del paese. In corsa Maria Elena Boschi: "Sarà candidata, vedremo dove, ma ragionevolmente – come faccio io che mi candido a Firenze e poi nel proporzionale in Lombardia e Campania, come anche i ministri – si candiderà in più posti". 

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