Mattarella firma il decreto per lo scioglimento delle Camere: voto il 4 marzo

Colloqui con Gentiloni, Grasso e Boldrini dopo la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio

Una "chiusura ordinata della legislatura", con il premier in carica "non sfiduciato". E così è stato. Sergio Mattarella da arbitro imparziale e con la sua moral suasion che lo contraddistingue, senza colpi di scena e sussulti dell'ultima ora, ha chiuso il sipario della XVII legislatura.

SCHEDA Poteri e prerogative del premier a Camere sciolte

Ben tre presidenti del Consiglio (Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni) incaricati dal Colle, un secondo mandato al Quirinale per Giorgio Napolitano, che ha riscritto la cronologia dei presidenti della Repubblica. Insomma un quinquennio turbolento che ha visto spesso trasformare la dialettica politica in vere e proprie risse.

Come da copione, insomma, oggi il capo dello Stato ha sciolto anticipatamente le Camere dopo aver ascoltato, nel suo studio, la conferenza stampa di fine anno del premier Paolo Gentiloni. La visita di cortesia, viene spiegato, del presidente del Consiglio al Quirinale per annunciare al capo dello Stato che il "compito del governo è terminato", che non ci sono più urgenze tali da poter portare l'esecutivo a scadenza naturale: il 14 marzo. Da questo momento si è quindi dato il via alle procedure dettate dalla Costituzione che hanno portato Mattarella, ascoltati i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, alla definitiva chiusa della legislatura a targa Pd.