Il candidato premier di Liberi e Uguali a distanza promette un "programma di cambiamento"
Il centrosinistra cerca la sua direzione e, in piena campagna elettorale, se una parte chiede a gran voce l'unità, l'altra prova a 'mettersi in proprio'. Paolo Gentiloni inizia le sue prove di dialogo per conto del Pd e alla lista Insieme (Psi-Verdi-Prodiani) riconosce l'importanza dell'impegno dei Verdi, una delle radici dell'Ulivo, per una futura alleanza di governo: "Abbiamo bisogno della spinta ecologista in politica".
"Credo che l'Italia abbia imboccato strade e preso impegni importanti sulla strategia ambientale" dice il premier, rivendicando una strategia energetica nazionale adottata alcune settimane fa che "si propone di andare verso la decarbonizzazione. Abbiamo messo un primo step molto ambizioso, la totale uscita dal carbone nel 2025 e una diminuzione drastica delle emissioni. Non c'è un'altra strada che la decarbonizzazione". La strategia intrapresa prevede 175 miliardi di investimenti, da qui al 2030 e circa i 2/3 sono sull'efficienza energetica. All'incontro con i Verdi c'è anche Giuliano Pisapia, reduce, di fatto, di uno scioglimento di Campo Progressista.
"Mi sento a casa in molte case politiche" dice, e chiede al di là delle elezioni di mettere insieme queste case: "Creiamo un condominio e facciamolo diventare un condominio pieno di luci". Anche per il leader della minoranza dem, Andrea Orlando, fondatore di Dems, un'alternativa alla ricostruzione del centrosinistra non esiste: "Lo dico ai compagni di Liberi e Uguali perchè, di fronte al pericolo non bisogna dividersi: oggi non bisogna dividersi per non consentire che le forze nazionaliste e fasciste si affermino". Però critica il nome di Pietro Grasso nel simbolo del nuovo partito: "Chi decide di costruire una forza politica in polemica con la personalizzazione finisce per mettere il nome del leader all'interno del simbolo che proporrà agli elettori".
Pietro Grasso, candidato premier di Liberi e Uguali, sembra volersi smarcare dal Pd, e a distanza promette un "programma di cambiamento", che metta al centro le "esigenze dei cittadini". Sanità, lavoro, welfare, diritti, conversione ecologica, scuola sono la ricetta. La scuola, soprattutto. Tema su cui il Pd di Renzi ha perso moltissimo consenso: "È una vita che vado nelle scuole. Uno dei settori più maltrattati da tutti i punti di vista. Sono orgoglioso di potere impegnarmi per dare la giusta valorizzazione agli insegnanti, combattere la dispersione scolastica, garantire la sicurezza degli edifici. Purtroppo da genitori e nonni ci siamo dovuti occupare anche della carta igienica. Sono felice di aver intrapreso questo percorso, e iniziare questo cammino".
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