Un migliaio di persone con bandiere e bende bianche contro una legge elettorale che non darebbe possibilità di scelta all'elettore. Duri attacchi a Grasso, Napolitano e Boschi

Circa un migliaio gli attivisti M5S in piazza del Pantheon, arrivati da diverse parti d'Italia (da Cava dei Tirreni alla Liguria, dalle Marche a Foggia), hanno riempito piazza della Rotonda al Pantheon, a Roma, per scandire in coro lo slogan M5S 'Onestà', diretti (dal palco) da Danilo Toninelli, tra bandiere dei Cinquestelle e bende bianche, simbolo della 'cecità' a cui sono costretti gli elettori, secondo il M5S, con questa legge elettorale.

In piazza, verso le 17, è arrivato anche Beppe Grillo che ha incontrato, nel solito hotel romano, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, responsabili enti locali. Il leader del movimento si è coperto il viso con una benda bianca e dal palco ha urlato alla folla: "Siamo qui per lottare anche per quelli che non sono qui. Ho il raffreddore, ho il mio sistema immunitario che è leggermente in crisi: va contro di me. Ed è esattamente quello che sta succedendo al Paese che non è in grado di difendere la propria democrazia. Il Paese viene spolpato dall'interno. Ormai c'è il decentramento, non c'è più lo Stato. La democrazia è questa – ha urlato – Cosa c'è, chi è? Ma Grasso? Ma non dobbiamo più prendercela: non hanno più la maschera dei malfattori. Ormai sono a piede libero, non dobbiamo scoprire più niente", ha continuato Grillo mentre la piazza ha fischiato l'immagine di Pietro Grasso comparsa sul megaschermo. Poi rivolgendosi a Luigi Di Maio sul palco ha detto "Ecco il premier", prima di fare una foto bendato con Di Maio, Alessandro Di Battista e dietro la folla. "Questa è l'ultima volta che votano una legge come maggioranza perché la prossima volta saranno all'opposizione o saranno minoranza o addirittura fuori dal Parlamento – ha detto il candidato premier del M5S Luigi Di Maio in piazza – I prossimi 4 mesi saranno determinanti per la democrazia".

"Qualsiasi votazione possiamo fare l'esito è già scontato. Questa è la legge della fisiologia della democrazia. Se truccano questa legge le regole non valgono più – ha proseguito il leader pentastellato – Il Rosatellum è una una roulette dove vince sempre il baro. Se vinceremo noi la vittoria sarà tripla. E cominceremo dalla Sicilia, ma non mi voglio montare la testa". Ha preso poi la parola Alessandro Di Battista: "Dice bene Luigi, dobbiamo prendere questo sistema a picconate. E dobbiamo farlo a cominciare dalla Sicilia". Parlando poi del presidente Mattarella ha detto: "Voglio solo ricordare che quando era deputato della Repubblica intervenne in aula contro la riforma elettorale del governo Berlusconi perché approvata a colpi di maggioranza, disse che era vergognoso. Mi piacerebbe ricordare a Mattarella di fare Mattarella. Faccia attenzione a firmare una seconda volta una legge truffaldina e anticostituzionale".

Grillo tornando alla legge elettorale ha precisato: "Hanno velocizzato i tempi del voto sulla legge elettorale. Questi hanno la velocità degli scippatori e hanno paura. La polizia giustamente ci ha consigliato di stare qua perché era complicato stare intorno al Senato. E io ho consigliato alla polizia di andare intorno al Senato e di accerchiarli. Noi dobbiamo fare immaginare agli italiani che si barricano dietro a un 'siete uguali agli altri' che c'è un mondo diverso senza questi parassiti, anche un mondo fatto di allegria: sobria e allegra. Le 'parole guerriere' che abbiamo detto con Gianroberto Casaleggio sono anche amore, onestà… Dobbiamo fare vedere la famiglia Cinquestelle, il sesso Cinquestelle… una vita diversa", ha detto Grillo. Poi riferendosi alla città di Roma ha aggiunto: "Ho dovuto sporcare io questa città, ho buttato delle cicche perché la città era pulita! Ho parlato con il topo, quello che fotografano in ogni servizio: mi ha detto che non ne può più di essere spostato qua e là. La città sta migliorando, un pochino, ma non ditelo".

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