Torino, Appendino indagata per falso: “Nulla da nascondere”

Il procedimento è relativo alla vicenda Ream. La sindaca già dai pm: "Abbiamo chiarito tutto"

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è indagata per falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio del 2016. Il reato è contestato dalla procura torinese alla prima cittadina e all'assessore al Bilancio Sergio Rolando, nell'ambito dell'inchiesta su Westinghouse e sul 'debito fantasma' da 5 milioni verso Ream, scomparso dal bilancio comunale. Avviso di garanzia anche per Paolo Giordana, Capo di Gabinetto di Palazzo civico.

"Siamo qui proprio perché non abbiamo nulla da nascondere. Non entro nel merito di quello che ci siamo detti perché c'è un indagine in corso ma ho piena fiducia nella magistratura. Abbiamo lavorato nell'interesse dei torinesi", ha detto la sindaca, dopo oltre tre ore trascorse nel palazzo di Giustizia del capoluogo piemontese.

In serata è arrivato anche un post della sindaca, che "confermando la piena fiducia nel lavoro dei magistrati", auspica "che tutto si concluda quanto prima e che i cittadini possano avere piena chiarezza della vicenda"

Appendino, Rolando, e Giordana sono stati ascoltati oggi pomeriggio dal procuratore Marco Gianoglio. A chiederlo erano stati proprio i tre indagati "per chiarire la loro posizione e consegnare della documentazione, spiegando natura e contenuti della medesima, nonché la rilevanza in ordine ai fatti in oggetto di indagine". 

IL CASO REAM. L'inizio della vicenda lo spiega il consigliere comunale Alberto Morano. "A novembre – dice Morano – insieme al capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, prima in commissione e poi in Consiglio, abbiamo detto che la somma andava iscritta nel bilancio. Abbiamo verificato che ciò non è avvenuto e abbiamo presentato un esposto nella convinzione che fosse compito della magistratura verificare".

E' stato quindi il primo bilancio del Comune di Torino firmato Cinquestelle, nel 2016, a mettere nei guai la sindaca. La vicenda risale al 2012 quando Ream (una partecipata di Fondazione Crt) acquisì il diritto di prelazione sulla zona di via Borsellino, di fronte al Palazzo di giustizia, versando al Comune una caparra di 5 milioni, somma che doveva essere restituita nel 2017. A fine 2013 l'allora giunta comunale guidata da Piero Fassino aggiudicò ad Amteco-Maiora il progetto, operazione perfezionata alla fine dello scorso anno, quando il Comune ha incassato una parte dei 19,7 milioni offerti dai privati e quando, di conseguenza, avrebbe dovuto 'decurtare' i 5 da restituire a Ream. Ma la somma non è stata né versata né iscritta a bilancio.

"A nostro avviso, fu commesso un falso, occultando l'iscrizione di un debito di 5 milioni di euro verso Ream e relativo alla questione dei diritti edificatori dell'area Westinghouse. Attendiamo con fiducia l'esito delle indagini", ha scritto su Facebook il dem Lo Russo. "In sintesi – spiega – furono iscritti in entrata nel bilancio del Comune 19.716.500 invece che 14.716.500 euro. Nel nostro ruolo di consiglieri denunciammo la questione in Commissione e in Consiglio Comunale. Nulla da fare, Appendino il 30 novembre 2016 diede indicazioni scritte alla Ragioneria di non iscrivere il debito nel bilancio. I consiglieri comunali del #M5S in aula votarono l'assestamento nonostante denunciassimo la falsità delle cifre iscritte".

Piero Fassino, ex sindaco di Torino e attualmente consigliere comunale del Pd, affida a fb il suo commento: "Sono sempre stato un convinto garantista, tanto più quando riguarda gli avversari politici. Mi auguro che certe esperienze insegnino a tutti che governare è difficile".

I vertici del M5S fanno quadrato attorno alla loro sindaca sotto la Mole: "Oggi questo sistema attacca Chiara Appendino. A Torino, Fassino ha lasciato voragini nel bilancio del Comune e noi lo abbiamo denunciato, Chiara Appendino sta risanando i conti e il Pd l'ha denunciata. Il paradosso è che a essere indagata su denuncia di chi ha sfasciato i conti del Comune è proprio chi lo sta risanando: Chiara Appendino", scrive il candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio, sul blog di Beppe Grillo.