Di Maio, Di Battista e Fico uniti nella protesta contro la fiducia al Rosatellum
Esame doppio superato dal M5S, promosso sia nella prova di piazza sia sul piano della coesione interna. Roberto Fico, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista arrivano tutti e tre insieme dai manifestanti riuniti davanti a Montecitorio per protesta contro la legge elettorale.
Sembrano immagini di altri tempi, ma sono solo tempi nuovi. Sul palco si abbracciano, 'Dibba' in mezzo. Parlano prima Fico, poi Giancarlo Cancelleri, Di Battista, infine Di Maio. Pace fatta, anzi di più. Di Maio cita Fico: "Come mi disse Roberto quando misero la fiducia sull'Italicum, 'chi vuole tutto perde tutto' poi Renzi si dimise dopo la sconfitta al referendum". Quindi Fico al microfono: "Amo questo Movimento perché si discute, ma alla fine si fa sempre la scelta giusta", un riconoscimento pieno all'operato del nuovo capo politico che, mentre lui parla, applaude.
In piazza, secondo fonti di polizia, sono arrivate fra le 1500 e le 2mila persone. Una realtà composita dove si sono incrociati i sindacati delle forze di polizia in protesta contro il reato di tortura e il movimento dell'ex generale Antonio Pappalardo. Qualche frizione tra le parti si è avuta quando Pappalardo ha preso il megafono, ma niente di più. L'unica autoambulanza si è vista poco prima del comizio finale quando un attivista si è sentito male.
"Siamo una piazza pacifica e antiviolenta", sottolinea Di Battista che, prendendo il microfono, fa autoironia e, con riferimento all'episodio di ieri, dice: "Mi sono sbagliato, questa mattina ero a piazza del Popolo". Il Pd è "come i fascisti" perché ha voluto la fiducia e Salvini si è "venduto" insieme alla Lega per un pugno di voti: autonomia rivendicata contro gli avversari più prossimi. I cori scandivano i soliti slogan: 'Vergogna, onestà, buffoni'. Fischi per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Fico ha dovuto zittire la piazza, ma anche lui ha criticato il Capo dello Stato. "Non voglio dire a Mattarella di firmare o non firmare perché è nelle sue prerogative e sa bene cosa fare – precisa – Ma non condivido il fatto che sia stata messa la fiducia e qui Mattarella avrebbe dovuto fare un passaggio molto più duro e forte che non ha fatto. Sembra quasi avvallare la fiducia. E mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi mesi dal voto è davvero uno scandalo".
Dal deputato 'ortodosso' viene un richiamo allo spirito delle origini: "Siamo un Movimento francescano, ricordiamocelo". E a chi gli fa notare che questo raduno di popolo è di fatto una conferma della sua linea, dopo le tensioni registrate con Grillo nelle scorse settimane per la gestione delle primarie pentastellate, Fico replica: "Non è una rivincita, il Movimento è questo, è fatto di piazza e di 'parole guerriere'", riprendendo l'espressione che fu di Beppe Grillo. Intanto Di Maio rilancia con una "veglia per la democrazia" nella serata di domani quando è previsto il voto finale sul provvedimento e dove potrebbe arrivare anche Beppe Grillo. La speranza è che la maggioranza vada sotto durante il voto segreto finale, ma la certezza condivisa dai tre big è una sola: "Il Rosatellum non fermerà il Movimento 5 Stelle, lo dimostra questa piazza".
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