"Ricorreremo al Tar contro la decisione, dell'ufficio centrale elettorale della regione Sicilia presso la Corte d'Appello di Palermo, di escludere Unione Cristiana dall'appuntamento elettorale regionale del 5 novembre, solo perché nel suo contrassegno è rappresentata una croce", lo ha dichiarato il senatore di Forza Italia, Scilipoti Isgrò, presidente di Unione Cristiana. "È una decisione inaccettabile – ha continuato – poiché si inserisce in un clima culturale pericoloso che si sta diffondendo soprattutto nel nostro paese. Non permetteremo che le istituzioni nazionali e locali favoriscano il laicismo, ostacolando così la partecipazione dei cristiani, che costituiscono il 98% della popolazione italiana, alla vita pubblica. Ci prepareremo anche alle elezioni parlamentari, come ribadiremo durante il prossimo congresso nazionale di Unione Cristiana che si terrà il 25 novembre a Roma, in difesa della sana laicità dello stato".
Il Dipartimento delle Autonomie locali, Servizio Quinto Elettorale della Regione siciliana avevano invitato il movimento a sostituire il loro simbolo. "Constatiamo con profonda amarezza – aggiunge l'esponente azzurro – come la società in cui viviamo sia in preda a una dittatura culturale che vuole distruggere i valori espressi dai seguaci di Gesù. Non possiamo permettere che più di 58 milioni di persone vengano discriminate e ingiustamente contestate, come la giornalista Marina Nalesso, che è stata al centro di dure polemiche per avere condotto il Tg1 indossando al collo un crocifisso. Esprimiamo piena solidarietà alla cronista, invitandola a unirsi alla nostra battaglia di civiltà che intendiamo proseguire in Italia. Fermeremo tutti insieme – conclude Scilipoti Isgrò – questo pericoloso processo di scristianizzazione che sta generando un crollo di quei principi antropologici alla base del nostro vivere"