Il dibattito sullo Ius soli continua. Dopo lo stop del governo, il presidente del Pd Matteo Orfini torna alla carica e rilancia. "Penso – ha affermato durante un evento Fiom a Torino – che dobbiamo andare avanti per cercare una soluzione, mancano non tantissimi voti al Senato. Dobbiamo cercare voti sia nella maggioranza che fuori". Per Orfini l'obiettivo è ogni singolo parlamentare e aggiunge: "Sono convinto che nel M5S ci sia chi non vuole trasformare il movimento in una succursale della Lega e anche con forze politiche come Fi si può lavorare per arrivare a quella soglia".
Solo mercoledì Maria Elena Boschi ha rimandato il provvedimento alla prossima legislatura e ha tirato le somme con "dispiacere": "Non abbiamo i numeri. Se alle prossime elezioni il Pd avrà maggioranza numericamente più importante, lo Ius soli sarà in cima al nostro programma". Nel pomeriggio, dopo l'altolà di Ap, il Pd era stato costretto a bocciare il nuovo tentativo messo in campo da Sinistra italiane e Mdp di calendarizzare il testo al Senato. "Dicono che anche con la fiducia non hanno i numeri, ma secondo noi non è così", aveva accusato Loredana De Petris.
Categorico invece era stato il capogruppo dem Luigi Zanda: "Portare oggi nell'aula del Senato lo Ius soli significherebbe condannarlo a morte certa e definitiva, alla maggioranza mancano 24 voti. Purtroppo i sette senatori di Sinistra italiana e i pochi di altre componenti che, oggi, voterebbero a favore del provvedimento non sono sufficienti a formare una maggioranza che possa approvarlo. Questi, al di là di ogni dietrologia, sono i numeri reali".
La volontà del governo di portare a casa la legge era stata ribadita, nel pomeriggio, da Anna Finocchiaro: "L'approvazione dello Ius soli rientra ancora negli obiettivi del Governo e verrà affrontato dopo il Def", aveva assicurato, confermando l'intenzione dell'esecutivo di lavorare per avere i voti al Senato. Sono una trentina i voti mancanti "anche se si mette la fiducia" e, aveva sottolineato, non si trovano "senza fare crociate o guerre di religione", ma "con la politica e con il compromesso: è poco eroico ma è l'unica cosa che puo sbloccare la situazione".
La resa del Governo, in ogni caso, non convince tutti. Anche dentro il Pd. "La fiducia è l'unico modo per approvare lo Ius soli. Confidiamo nel lavoro di Gentiloni, perché il Pd vuole portare a casa questa legge", mette in chiaro il presidente dem Matteo Orfini. Pronti, dopo i 'no' e le astensioni degli ultimi tempi, a votare la fiducia al Governo i bersaniani. "Non dare la cittadinanza a 800mila bambini che frequentano le nostre scuole è solo un regalo alla destra. Il Pd ha fatto forzature inaccettabili in questa legislatura. Ne faccia una per una buona causa, metta la fiducia su questa legge e i numeri ci saranno", assicura Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp a Montecitorio.
Anche Campo progressista è in pressing: "In questa legislatura si sono approvate leggi contro i sindacati, il mondo della scuola, contro le associazione ambientaliste. Misure impopolari su cui si è andati avanti come treni. È inaccettabile lo scaricabarile di queste ore. Si metta la fiducia e si voti entro la fine della legislatura, se esiste ancora una parvenza di centrosinistra. È il momento di scegliere tra umanità e barbarie, non c'è più posto per l'ipocrisia", attacca Marco Furfaro. Esulta la destra: "I senatori Pd prendono atto che lo Ius soli non ha i numeri. Vince il no di Forza Italia a una legge assurda", cinguetta Maurizio Gasparri. "E' una vittoria della Lega, dei cittadini e di tutti gli immigrati regolari e di buon senso – gli fa eco Matteo Salvini – La cittadinanza non si regala, l'integrazione non e' un biglietto per il luna park. Se ne facciano una ragione i buonisti e alcuni amici d'Oltretevere".