Umberto Bossi non "può lasciare la Lega. Lui è la mamma e io il papà, e come genitori non possiamo portare un figlio all'orfanotrofio". Giuseppe Leoni, socio fondatore del Carroccio, "allontanato" da via Bellerio nell'era di Matteo Salvini, torna a parlare del suo partito con LaPresse cogliendo l'occasione del compleanno del Senatur, che oggi compie 76 anni.
"Lui è nato lo stesso giorno del miracolo di San Gennaro – scherza – Eppure gli ha portato sempre bene". "Abbiamo festeggiato sabato scorso, prima di Pontida, con un gruppo di amici a Macherio – racconta – E' una tradizione da quando abbiamo dato vita alla Lega Nord. Certo prima facevamo anche il regalo a Umberto, lui ci teneva molto".
Leoni, classe 1947, parla dell'amico e non nega che "quello che Salvini ha gli ha fatto domenica scorsa, non facendolo salire sul palco, è inconcepibile. Umberto non si meritava una così brutta figura". Leoni lo definisce un "dolore sentito da molti militanti, anche vicini all'attuale leader". E per questo, confida, "oggi sono qui a portare i miei auguri al Senatur anche da parte di coloro che domenica portavano la maglia 'Salvini premier'. Perché quell'offesa posso assicurare, non è piaciuta affatto".
Il vecchio leghista, che ha condiviso con Bossi molti anni di militanza, etichetta infatti le parole di Salvini come "delle scuse". "Matteo ha detto che ha evitato di farlo salire sul palco per evitargli i fischi? Solo scuse, in realtà lui aveva paura di quello che Bossi avrebbe potuto dire. E poi visti i rapporti con Umberto, Salvini poteva farlo fischiare" chiosa. Leoni non condivide la linea dell'attuale segretario del Carroccio e non ne fa un mistero: "Io la festa della Lega l'avrei fatto in Catalogna, non a Pontida. Avrei raccolto le voci dei secessionisti, proprio in virtù di quel progetto, di quel grande partito dei popoli e non degli Stati Ue".
Tutto perduto quindi? Anche i padri fondatori lasceranno la Lega? "No io e Bossi non lo faremo. Non serve fare un altro partito o andare invitati in un altro posto. Sono certo che Salvini prima o poi dovrà rinsavire e a quel punto torneremo nel grande alveolo della Lega".