Il quarto, di origine congolese nonché l'unico maggiorenne, voleva fuggire in Francia
Svolta nelle indagini sul caso del doppio stupro a Rimini. Tutti e 4 i presunti componenti del branco sono stati assicurati alla giustizia. E' passata poco più di una settimana dalle violenze sessuali avvenute sulla spiaggia della cittadina romagnala. A patire era stata prima una 27enne polacca – oltraggiata sotto gli occhi del compagno, che era stato picchiato – quindi una transessuale peruviana, trovata lungo la statale.
Ieri due giovani magrebini regolarmente residenti in Italia, minorenni, si sono consegnati di loro spontanea volontà ai militari e, in una caserma dei carabinieri di Pesaro, hanno detto di essere responsabili per i fatti di Rimini di sabato scorso. Poi, nella serata di ieri, sempre nel Pesarese, è stato preso un terzo presunto componente del branco dello stupro. Questo sospetto, sempre minorenne ma di origine congolese, è stato portato in questura a Rimini.
Quindi, stamattina, la polizia ha fermato il quarto e ultimo presunto autore dello stupro. Il sospetto, maggiorenne e incensurato, è anche lui congolose, richiedente asilo. Gli investigatori stavano tenendo sotto controllo il suo cellulare e hanno capito che probabilmente voleva fuggire in Francia: all'alba avevano scoperto che si stava spostando da Pesaro a Rimini, dove è stato fermato per essere portato in questura. E' sceso dalla macchina dei militari con addosso un maglione scuro.
La svolta sul caso della duplice violenza sessuale potrebbe essere stata determinata dalle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza nelle zone dove sono avvenuti gli stupri (che sono stati ben sei per la transessuale peruviana, la quale avrebbe riconosciuto i due giovani marocchini).
I due ragazzi presentatisi dai carabinieri sarebbero nati in Italia da una famiglia marocchina regolarmente residente in Italia. Abitano nella zona di Montecchio, frazione che fa capo al Comune di Vallefoglia, nella provincia di Pesaro e Urbino. Per il sindaco Palmiro Ucchielli, che non conosce i due giovani, avere appreso la notizia dai media "è stato un fulmine a ciel sereno. Siamo una piccola comunità, non certo una città da un milione di abitanti, e non si può conoscere tutti".
"Qui gli stranieri sono circa il 10%-11%, venuti qui per lavorare – ha detto al telefono a LaPresse -. Da noi ci sono una ventina di richiedenti asilo. Qui in 20-30 anni la popolazione è quadruplicata. Una emigrazione di gente che è venuta a cercare lavoro, prima nella agricoltura, poi nel distretto del mobile e nell' industria metalmeccanica. E lo hanno trovato, nonostante i tempi di crisi. Si ottiene integrazione facendo attenzione a mantenere un equilibrio e creando un clima di collaborazione nella comunità. Gli stranieri qui sono cresciuti insieme alla comunità". "Da tempo – fa notare il sindaco – abbiamo chiesto agli enti competenti di aumentare la presenza delle forze dell'ordine nella zona, rimaste più o meno le stesse negli anni, anche se la popolazione è aumentata".
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