Non si placa la polemica nata dalle dimissioni del direttore generale dell'Atac (la società del trasporto pubblico romano) Bruno Rota. Oggi è il turno Enrico Stefàno presidente della Commissione Mobilità del Comune. "La trasparenza è uno dei valori a cui tengo di più. Non nascondo che in questi giorni mi sono sentito profondamente ferito per tutto ciò che è stato detto. Alle pesanti illazioni ho già risposto per le vie legali presentando una querela. Ora vorrei fosse fatta ancor più chiarezza. Questo è il messaggio che ho inviato all'ex dg di Atac Bruno Rota. Lo voglio pubblicare qui su Facebook perché non ho nulla da nascondere".
Stefàno si riferisce allo scambio polemico con Rota nel giorno delle dimissioni del direttore generale Atac. "Magari – aveva detto Stefàno – in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli completamente inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte". Rota, già piuttosto arrabbiato per le illazioni sulla tempistica delle sue dimissioni aveva replicato duramente: "Più che nomi da cacciare lui e altri mi hanno chiesto di promuovere alcuni, nomi noti, sempre i soliti". Poi aveva aggiunto considerazioni su pressioni in merito ad appalti e segnalazione di aziende che gli sarebbe stato chiesto di ricevere, input precisi su autobus a metano.
Accuse pesanti alle quali ribatte oggi il presidente della commissione Trasporti pubblicando il mesaggino "incriminato". Nell'sms inviato il 12 maggio scorso, Stefàno scrive: "Ieri ho visto i rappresentanti Conduent, mi hanno mostrato le loro proposte per un nuovo sistema di bigliettazione. Ho visto loro sono già presenti a Milano, quindi immagino li conoscerai bene. Io non sono un tecnico, ma sicuramente l'attuale sistema di Atac è a dir poco obsoleto…". "Quando ci vediamo sicuramente possiamo approfondire il tema. Buona giornata", conclude Stefàno. La parola di Rota contro quella di Stefano che pubblica l'sms ma lascia spazio a qualunque illazione. Perché chiunque potrebbe chiedersi: "E' l'unica segnalazione? O ce ne sono state delle altre?".