La presidente della Camera Laura Boldrini alla cerimonia del Ventaglio in corso a Montecitorio

L'ultima cerimonia del Ventaglio per unire le tappe di un percorso lungo cinque anni e ribadire le priorità. Laura Boldrini incontra a Montecitorio i giornalisti della stampa parlamentare e parte dalla stretta attualità. "La cittadinanza è lo strumento principe dell'integrazione. Se non c'è, non c'è integrazione. L'integrazione è uno strumento di sicurezza, senza alimentiamo rabbia, risentimento, senso di frustrazione. Mi auguro che il provvedimento" sullo Ius soli "sia approvato entro la fine della legislastura. Perché è giusto, e rimandarlo sarebbe un torto e come tutti i torti non porta bene". Per la presidente della Camera rimangono "imprescindibili" le politiche di integrazione, senza le quali si "arriva al conflitto sociale". Lo Stato, ha sottolineato, "deve indicare un percorso a tappe. Noi chiediamo ai migranti che imparino l'italiano, che imparino i principi della Costituzione, giusto, ma stiamo proponendoglielo questo percorso di diritti e di doveri? Esiste questo percorso? Non può essere un atto spontaneo, non c'è bacchetta magica per l'integrazione".

La soluzione al problema migranti, sottolinea Boldrini, non arriverà "con le minacce" avanzate dall'Austria che si dice pronta a chiudere il confine del Brennero in 24 ore. E' necessario "fare di più" con gli aiuti allo sviluppo e avere "investimenti efficaci". "Non ci sarà uno sviluppo economico – è l'inciso – se non c'è uno sviluppo umano. Dobbiamo cercare di fare investimenti che creino sviluppo umano". Non solo ius soli e migranti, però. La presidente della Camera rivendica i risultati raggiunti da Montecitorio nei 5 anni della XVII legislatura: "Tutte le attività hanno il segno più, tutti i costi hanno il segno meno", dice elencando i segni più delle ore di aula, di commissione, di attività legislativa. "Il segno meno – sottolinea poi – è invece sul bilancio della Camera. Nel 2017 restituiamo 80 milioni di euro. Abbiamo diminuito le spese del personale del 28%, quelle per i beni e servizi del 41,5%, le assicurazioni sono scese del 68,6%. Quindi il totale della spesa è scesa da 732 milioni a 551 milioni. Dal 2013 al 2017 abbiamo fatto risparmiare alle casse dello Stato 350 milioni di euro e non era mai successo. Si poteva fare meglio, certo, ma al netto degli sprechi la democrazia ha un costo e noi dobbiamo rivendicarlo".

Boldrini difende poi il Palazzo anche affrontando lo spinoso tema degli eccessivi cambi di casacca in Parlamento: "L'espressione turismo parlamentare non mi piace, è sprezzante. La situazione politica è molto fluida – spiega – abbiamo iniziato con gruppi che oggi non ci sono più, ci sono gruppi divisi, altri hanno perso deputati. Io non trovo disonorevole il fatto che ci possa essere un parlamentare che da un gruppo che non esiste più passa altrove, o anche da uno che ancora esiste. Non è sempre tutto sporco quello che avviene dentro il palazzo". Ecco allora che la presidente della Camera ripercorre quanto fatto dallo scranno più alto di Montecitorio: "Ho cercato di svolgere il mio ruolo con terzietà, non ho mai svolto politica di partito in questi anni, mai – dice – Mi sono spesa nelle piazze per dire che minare il Parlamento è un segno tanto brutto. Migliorarlo sì, ottimizzare i meccanismi, certo, ma delegittimarlo mai. Penso di aver esercitato il mio mandato dalla parte del Parlamento, aver fatto campagna elettorale solo per il Parlamento"

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