L'affondo a Renzi: Basta con la politica dei like
Nasce nella storica piazza S. Apostoli, la "nuova casa del centrosinistra". Non una "mera alleanza", né "una fusione a freddo", assicura Giuliano Pisapia, ma una "fusione a caldo" che porti a un centrosinistra "inclusivo e innovativo" perché "da soli non si va da nessuna parte" ma che sia "in netta discontinuità con il passato". E' il leader di Campo progressista il padrone di casa, suo l'intervento conclusivo. Ma dalle bandiere rosse di Articolo 1 che sventolano in piazza, dagli applausi che i militanti presenti gli riservano, si capisce che nella "nuova casa" c'è e ci sarà posto anche per Pier Luigi Bersani. Il fondatore di Mdp, in realtà, a casa – in piazza, tra la gente – sembra esserci ritornato, dopo la "sofferta ma inevitabile scelta" di lasciare il Pd. Nel copione le frecciatine più dritte da rivolgere a Matteo Renzi toccano a lui. E certo non si tira indietro: "Noi – esordisce – vogliamo rivolgerci a tutto quel popolo di centrosinistra che se ne sta testardamente a casa, deluso e sfiduciato, e che magari oggi ha sentito passare in tv il comizio di Renzi e gli passa sulla testa come acqua sul marmo". Nessuna "antipatia personale", nessun "rancore", però..La chiusa, commentano i militanti sotto al palco, è degna del 'miglior Bersani': "Basta camarille, e Gigli magici. Basta arroganza, non se ne può più: volare bassi per favore", scandisce tra risa e applausi.
Anche Pisapia chiede discontinuità. Il leader di Campo progressista non nomina mai Matteo Renzi ma non gli risparmia critiche: "La politica non è avere tanti like, non è l'io ma il noi e oggi lo stiamo impostando", dice invitando "la comunità" del centrosinistra a non rassegnarsi e a non mollare. "Non mi interessano le polemiche e gli attacchi personali, da otto giorni non parlo ma non sono sparito, ho continuato a girare il Paese e mi chiedono unità", sottolinea. Il primo affondo che allontana anche Pisapia da Renzi arriva sul lavoro: "Non si crea sviluppo pensionando i diritti. In tempi non sospetti ho detto che sarebbe stato un errore abolire l'art.18 e non lo dico per motivi ideologici", dice ricevendo uno degli applausi più calorosi. Il copione si ripete poco dopo, quando l'ex sindaco di Milano punta il dito contro un altro 'epic fail' del segretario Pd: "Tutti possono sbagliare ma poi bisogna riconoscere l'errore e fare autocritica. Come è stato possibile cancellare l'Imu sulla prima casa per tutti?", domanda retorico. Ecco allora che, in "radicale discontinuità" nasce 'Insieme'. "Oggi si chiama così, ma il nome lo sceglieremo insieme", dice annunciando la creazione di gruppi unitari entro settembre, sia in Parlamento che nella amministrazioni locali.
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