L'ex premier rimane convinto che il Pd insieme alle forze 'dialoganti' del centrosinistra possa puntare al 40%
"Attenzione a dar per morto Grillo. Sarebbe decisamente prematuro", parola di Matteo Renzi. Il segretario Pd registra "la sconfitta" del M5S alle Amministrative, ma guarda avanti e si prepara alla sfida dei ballottaggi con il centrodestra: si riparte dallo zero a zero, dice, e adesso "c'è la lotteria dei rigori". L'esito del secondo turno delle Comunali, con 22 capoluoghi di Provincia da contendere all'asse Lega-Forza Italia, comunque, segnerà la rotta in vista delle Politiche che, Renzi si dice sicuro, saranno nel 2018: "Siamo tutti molto tranquilli sul fatto che si vota a scadenza naturale. Su questo non c'è più discussione", sentenzia.
Nonostante il voto sia più lontano, Renzi è al lavoro per organizzare il campo. L'ex premier rimane convinto che il Pd insieme alle forze 'dialoganti' del centrosinistra possa puntare al 40% previsto dall'Italicum per ottenere il premio di maggioranza alla Camera. "Nessun cambio di strategia – assicura – Io con Pisapia non ho mai chiuso". Il segretario Pd comincia, però, a mettere dei paletti: non veti sui nomi, ma sui contenuti.
"Con Fratoianni io non ho nulla a che vedere, l'alleanza non la faccio perché su Jobs act e investimenti la pensiamo in modo diverso", dice, e riserve importanti rimangono sugli ex Pd: "Noi siamo disponibilissimi a dialogare con Pisapia, con Boldrini… Dialogare con D'Alema? Questa mi sembra un'ipotesi negata dalla realtà", ammette. "No a Unioni bis, da Mastella a Turigliatto, che magari vincono ma poi non governano", è l'inciso. Il perimetro che ha in mente Renzi, in realtà, lo tratteggia dalle colonne del Corriere della Sera Matteo Ricci: "Abbiamo bisogno di un Pd largo che possa crescere sia a sinistra che al centro", "la base di riferimento è il fronte riformista che ha votato sì al referendum. Dentro ci stanno Pisapia, Tosi e le forze che non hanno una preclusione nei confronti di chi guida democraticamente il Pd", dice.
L'intervista del responsabile Enti locali dem fa sgranare gli occhi a Giuliano Pisapia. Il leader di Campo progressista non intende partecipare al giochino dei veti e prova a mettere nero su bianco il suo pensiero pubblicando su Facebook il 'manifesto' scelto per la manifestazione del primo luglio a Roma: "Insieme, nessuno escluso.", è lo slogan e, viene spiegato, è indicativo della strada che si vuole seguire. 'Insieme' potrebbe essere il nome scelto per 'federare ' tutti i movimenti che hanno già sposato il progetto, mentre il punto finale, che poco si addice al format grafico, sta lì per rimarcare il no a paletti e bandiere. In piazza ci saranno Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, ma anche Laura Boldrini e Gad Lerner. Di confine, spiegano dall'entourage dell'ex sindaco di Milano, ce n'è uno solo ed è "il no alla destra". Ecco perché "mettere insieme Tosi e Pisapia, come dice Ricci, non è assolutamente ipotizzabile" perché "obiettivi, priorità e valori sono radicalmente diversi". Al no a Unioni bis di Renzi "Ci vorrebbe qualcuno che ha vinto contro il centrodestra unendo la sinistra, ci vuole una personalità sopra le parti. Prodi se fosse disponibile a candidarsi a Palazzo Chigi ci metterei la firma, però mi sembra che lui non sia disponibile", scherza lanciando però un chiaro messaggio a Renzi.
A guardare con attenzione alle scelte che deciderà di fare Pisapia è Mdp: "Renzi passa con indifferenza dalle larghe intese con Berlusconi all'alleanza con Pisapia, con l'unico obiettivo di tornare al potere – attacca Francesco Laforgia – Il primo luglio daremo vita a un grande appuntamento per l'avvio di un percorso per la costruzione di un nuovo centrosinistra e lo faremo proprio con Giuliano Pisapia che ha la saggezza e l'intelligenza di non farsi strumentalizzare e di non essere utilizzato come foglia di fico". "Adesso vedremo tutte le svolte tattiche. Ma nella sostanza l'ispirazione di Renzi resta quella: pensare che gli ideali della sinistra siano una zavorra", chiosa Pier Luigi Bersani.
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