A Genova ci sarà sicuramente la sfida tra centrodestra e centrosinistra, ma le variabili in campo sono molte, compresa una componente grillina divisa in due (in tre se contiamo un ex M5s di lusso come Paolo Putti). Ai blocchi di partenza sotto la Lanterna ci sono sì Gianni Crivello, assessore uscente della giunta guidata da Marco Doria e condottiero del centrosinistra. In comune si occupava anche di protezione civile e gestione del territorio e forte anche di una solida esperienza in Municipio, tenta dunque continuare il lavoro già iniziato negli scorsi anni. Importante focus su lavoro e tutela dell'ambiente in una zona geografica molto fragile che Crivello conosce bene. Dall'altra parte il 58enne Marco Bucci, manager prestato alla politica che, in quota Lega, che ha riunito il centrodestra e condurrà l'assalto a Palazzo Tursi per diventare sindaco di Genova. In caso di vittoria il neosindaco potrebbe lavorare in sintonia con la Regione Liguria (con Toti grande feeeling) , ma anche con l'Autorità Portuale.
Tra i candidati c'è Arcangelo Merella (Ge9si Siamogenova), ex assessore della giunta Pericu, con Marco Mori (Riscossa Italia), Cinzia Ronzitti (Partito comunista dei lavoratori) e Stefano Arrighi (Popolo della famiglia) ad allargare il numero dei pretendenti. Ma soprattutto ci sarà, nella città del suo mentore Beppe Grillo, un Movimento Cinque Stelle che mai come in altri casi si presenta diviso. Un candidato ufficiale c'è e si tratta del tenore Luca Pirondini, l'unico che sulle schede può vantare il luogo del Movimento. Ma la genesi della sua candidatura è ormai nota a tutti: a designarlo è stato Grillo in persona, ma le "Comunarie" tanto care ai Cinquestelle avevano premiato la professoressa di geografa Marika Cassimatis.
L'affaire, sviluppatosi da questa doppia "investitura", ha tenuto banco per settimane, vedendo la candidata premiata da un'ordinanza del tribunale, che la riconosceva vincitrice. Una decisione che tuttavia non ha fatto ricredere Grillo e il movimento che proprio in Pirondini avevano individuato il candidato ufficiale. La risposta della sua avversaria è stata uno strappo netto con il Movimento, culminato nell'annuncio della presentazione di una propria lista civica con la rinuncia a qualsiasi ulteriore percorso all'interno dei Cinque Stelle. Se indubbiamente è difficile quantificare quanto questa divisione possa sottrarre voti al partito di Grillo, impossibile non parlare di un "caso Genova", dove le polemiche su attribuzioni di loghi e modalità di investitura ha travolto il Movimento.
Non stupisce, dunque, come sotto la Lanterna quello che in Comune, a Palazzo Tursi, era il capogruppo del M5s, Paolo Putti, sia ora in corsa per la poltrona di sindaco da solo. Ad allontanarlo da Grillo una disputa avvenuta lo scorso anno, con il consigliere comunale critico contro la collega, in Regione, Alice Salvatore e il comico di Sant'Ilario pronto a difendere la sua pupilla. Per Putti ora una corsa solitaria ma con tanti ex esponenti della sinistra Pd a fargli da compagni di viaggio. Con lo scopo di pescare voti non solo dall'elettorato del Movimento Cinque Stelle ma anche dal centrosinistra.