Il sistema elettorale "italo-tedesco" in discussione alla Camera potrebbe non produrre alcuna maggioranza nel prossimo Parlamento. Con due partiti intorno al 30% (Pd, M5S) e due fra il 12 e il 15% (Lega, FI) potrebbe verificarsi un sostanziale pareggio, che impedirebbe la formazione dell'unica coalizione di governo oggi politicamente ipotizzabile: quella fra Renzi e Berlusconi. Attualmente, dunque, i partiti capaci di superare la soglia del 5% alla Camera sarebbero solo quattro (Fratelli d'Italia e Mdp paiono ancora sotto lo sbarramento). Non sarebbe andata diversamente neppure nel 2013 (politiche) e nel 2014 (europee).
Fermo restando che un diverso sistema elettorale può spingere una parte dei votanti a scegliere soluzioni alternative (per esempio, confluire sui partiti più grandi o – per contro – rafforzare quelli che rischiano di non arrivare al 5%), abbiamo simulato l'effetto delle nuove norme sugli ultimi due appuntamenti politici nazionali. Nel 2013 i partiti con almeno il 5% dei voti erano Pd (25,4%: con la nuova legge avrebbe avuto 199 seggi), M5S (25,6%, 194 seggi), Pdl (21,6%, 164 seggi) e Scelta Civica (Monti: 8,3%, 64 seggi). Il resto sarebbe andato a Svp (5) e ad altri gruppi minori (1 UV, 3 a partiti degli italiani all'estero). Poichè, come si è visto nel 2013, il M5S non sarebbe stato disposto ad allearsi col Pd, l'unica coalizione possibile sarebbe stata quella fra Pd e Pdl: 363 seggi (la maggioranza minima è 316). Probabilmente sarebbe entrata nelle "larghe intese" anche Scelta Civica, come in effetti accadde, col governo Letta. Quel governo, però, nel 2013, nacque perchè i voti mancavano a Palazzo Madama, non a Montecitorio dove il Pd e Sel avevano vinto il premio dei 340 seggi messo in palio dal "Porcellum". Col meccanismo attuale, invece, non ci sarebbe stata maggioranza diversa da Pd-Pdl neanche alla Camera. Il discorso non sarebbe cambiato neppure nel 2014, nonostante la larga affermazione del Pd (40,8% dei voti). Il partito di Renzi avrebbe ottenuto 304 seggi, contro i 154 del M5S, i 121 di Forza Italia, i 44 della Lega Nord, i 5 della SVP e due di partiti minori. Escludendo la combinazione Pd-M5S sarebbe rimasta solo quella Pd-FI (425 seggi). C'è poi un altro aspetto importante da sottolineare. La ripartizione dei seggi in Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e circoscrizione Estero non rientra nel meccanismo nazionale. Quindi, se ci sarà un pareggio fra Pd-FI da una parte e M5S-Lega dall'altra, a fare la differenza potrebbero essere i seggi altoatesini ed esteri, che di solito aiutano il Pd (anche grazie alla Svp, alleata). Si tratterebbe però, ad oggi, di una maggioranza Pd-FI-Svp che alla Camera potrebbe esistere solo per un pugno di voti.