Il patto Pd-FI-M5S sulla legge elettorale regge e spacca la maggioranza di Governo. Il primo giro di 'consultazioni' avviato dai dem tra il Nazareno (dove ha condurre il gioco è direttamente Matteo Renzi) e la Camera (dove, invece, si svolgono gli incontri a livello 'parlamentare') certifica la possibilità di portare a casa il sistema 'tedesco' e, di conseguenza, "correre" verso il voto anticipato. "Dal primo ottobre ogni domenica è buona", ammettono i renziani che però non abbandonano nemmeno l'idea di un 'election day a distanza' con Berlino il 24 settembre. Ok ampio a un sistema proporzionale puro, quindi, 'corretto' in senso maggioritario da una soglia di sbarramento al 5%. È qui, però, che nasce la rottura con Ap. Dopo i rinvii dei giorni scorsi è telefonate che non arrivano a chiarire, Renzi riceve al Nazareno Angelino Alfano nel tardo pomeriggio. Il confronto è duro. Al termine, dicono i renziani, "le posizioni restano distanti". Restano "molto molto distanti – rincara la dose il ministro degli Esteri – Spero che si possano avvicinare nei prossimi giorni, anche se penso che il tempo ormai si vada assottigliando".
È poi il segretario Pd a chiudere i giochi: "La legge elettorale della Germania non è la mia preferita, anzi. Tuttavia – scrive nella sua e news facendo il punto degli incontri avuti in giornata – Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega Nord, Sinistra Italiana uniti la stanno indicando come proposta al Paese". Il Pd non ha i numeri da solo, ribadisce, "ma se dobbiamo andare sul modello tedesco che sia tedesco anche nella soglia di sbarramento al 5% (così da limitare il numero dei partitini in Parlamento). E che ci siano i nomi sulla scheda: voglio sapere almeno il nome e il cognome di chi voto", dice mettendo sul tavolo le condizioni Pd.
Ora sarà la direzione, con un voto, a ufficializzare la posizione dem sul tedesco. Intanto le consultazioni, almeno a sentire i renziani, "vanno avanti a gonfie vele". Piatto forte della prima giornata è l'incontro, inedito, con il M5S. Il faccia a faccia va in scena nella sala Berlinguer di Montecitorio. Al tavolo ci sono i capigruppo dem di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda e il relatore alla legge elettorale Emanuele Fiano, gli 'sherpa' Danilo Toninelli e Vito Crimi, insieme al capogruppo a Montecitorio Roberto Fico, compongono invece il fronte pentastellato. Lo streaming non fa più parte della liturgia grillina: la posizione ribadita al Pd è quella ratificata dal blog, certo, ma ormai i pentastellati hanno ceduto al 'buio' tipico delle trattative politiche. Parla di "incontro positivo" Rosato, mentre Zanda ci tiene a definire "serio" il clima. "Il nostro obiettivo è quello di evitare che i partiti partoriscano l'ennesima legge incostituzionale – mettono invece nero su bianco i pentastellati – adesso chiediamo a tutte le altre forze di assumersi le loro responsabilità davanti ai cittadini. Se lo faranno seriamente, in breve tempo, potremo finalmente dare al Paese, dopo quasi dodici anni, una legge elettorale rispettosa della Costituzione".
Mentre Renzi al Nazareno incontra il segretario di SI Nicola Fratoianni, a Montecitorio i capigruppo vedono la delegazione di Mdp. "Se non ci sono trucchi e quello che proporrà il Pd è un sistema tedesco è autentico la soglia di sbarramento al 5% non è un problema", è la linea comune. In tarda mattinata è previsto l''incontro con Ala-Sc e si chiuderà, nel pomeriggio con FI. Il faccia a faccia con gli azzurri, però, sarà solo tra i capigruppo. "Non è previsto nessun incontro tra Renzi e Berlusconi", assicurano i fedelissimi del segretario Pd. I due leader, si sono sentiti. "Stando così le cose – viene spiegato – per ora è sufficiente".