Bufera su Serracchiani: Stupro da un profugo? Più odioso

Fico: "Mi auguro che i telegiornali Rai affrontino il caso delle parole razziste della governatrice"

Bufera sulla presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, per una frase sulla violenza sessuale: "Lo stupro è ancora più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese» ha scritto in una nota la governatrice del Pd, commentando una tentata violenza avvenuta a Trieste da parte di un richiedente asilo. "Salvini saluta l'ingresso di Serracchiani nella Lega" scrive ironicamente lo scrittore Roberto Saviano su Twitter.

https://twitter.com/robertosaviano/status/862990093333745664

E se sono durissime sono le reazioni degli ex compagni di partito passati a Mdp, critiche sono arrivate anche da alcuni consiglieri democratici di Milano:  "La violenza e la violenza su una donna, è sempre inaccettabile e non si pesa" scrivono. Così alla fine arriva la replica della governatrice: "Non sono razzista, ho detto una cosa evidente agli italiani".

FICO: FRASI INACCETTABILI, LA RAI NE PARLI. Mi auguro che i telegiornali Rai affrontino il caso delle parole razziste di Serracchiani. Sono frasi inaccettabili". Così il capogruppo M5S alla Camera Roberto Fico per le frasi sullo stupro pronunciate dalla presidente del Friuli Venezia Giulia.

LA REPLICA.  "Io non ho inteso dire che un atto così odioso come quello di violenza contro un minore se è fatto da un italiano è meno grave, no: dico che accade la stessa cosa dentro una famiglia. Se sei dentro una famiglia, sei protetto quindi, se un atto di violenza avviene all'interno di una famiglia, è ancora più odioso. Stesso discorso per quanto riguarda i richiedenti asilo. Se è un italiano a farlo, non è meno grave. Ma è più grave se a farlo è una persona a cui abbiamo dato fiducia attraverso l'accoglienza". Così ai microfoni di RaiNews24 la presidente del Friuli Venezia Giulia dopo la polemica scoppiata in merito alla sua dichiarazione sul tentato stupro di una ragazza a Trieste da parte di un profugo.