Un nuovo patto del Nazareno con il Pd? "Non vedo le condizioni perche' si possa riproporre oggi non esiste un accordo con il Pd in funzione difensiva contro il partito di Grillo. Noi puntiamo a vincere con le nostre idee e i nostri progetti. Se i partiti si illudessero di chiudere la strada a Grillo con accordi di potere, avrebbero sbagliato totalmente strada. Paradossalmente sarebbe il miglior regalo a Grillo, la dimostrazione che le sue fantasiose e talora farneticanti teorie hanno un minimo di fondamento". A dirlo è Silvio Berlusconi, in una intervista in edicola domani su Panorama. "Dobbiamo mettere in condizione gli elettori di votare per scegliere da chi essere governati – ha spiegato – senza condannare il paese all'ingovernabilità per effetto di una legge elettorale contraddittoria".
"RESTO IN CAMPO". Aspetto da troppo tempo la decisione di Strasburgo. Ragiono su quella decisione e non mi nascondo mai la verità: anche al di là dei suoi effetti concreti ha un significato immenso. In ballo non c'è solo il mio ritorno politico. Io, comunque vada, sarò in prima linea. Con o senza il nome sulla scheda. Sarò in prima linea con il mio volto, le mie parole, le mie idee a guidare la campagna di Forza Italia. La vera posta in gioco è la grande questione morale e politica. Rivendico, con tutte le mie forze, che mi venga restituita un'onorabilità infangata da una sentenza assurda. Sono stato e sono una persona perbene, un contribuente onesto, ed ho il diritto di esigere che la mia onestà venga riconosciuta, se non dall'Italia, dall'Europa, dove siedono giudici che non prendono ordini da nessuno. Giungere alle elezioni senza che Strasburgo abbia fatto chiarezza sarebbe oggettivamente grave. Non solo per me, ma per la democrazia italiana"ha sottolineato in un passaggio l'ex Cav.
LEGITTIMA DIFESA. Berlusconi ha parlato anche di legittima difesa: "Sulle modifiche alla legge il Pd è stato "molto ambiguo: Da una parte hanno accolto alcune delle nostre proposte, dall'altro non se la sono sentita di scrivere una legge coraggiosa. Il risultato è un testo talmente confuso da sfiorare la comicità, con la norma paradossale che autorizza certe reazioni solo negli orari notturni".
"Io non sono affatto per il Far west, anzi penso che la difesa della vita e della proprieta' dei cittadini sia il principale compito dello Stato liberale, la ragione stessa per la quale gli stati esistono. In teoria, uno Stato perfettamente liberale dovrebbe fare solo questo. Quindi se lo Stato non lo fa, la colpa e' sua: non certo delle forze dell'ordine, che al contrario, con i mezzi di cui dispongono, fanno veri e propri miracoli, ma neppure dei cittadini che sono due volte vittime quando sono costretti a difendersi da soli". Il leader di Forza Italia sottolinea: "Mi domando se si pensi davvero a quello che prova una persona perbene che di notte scopre un malintenzionato in casa sua, che vede in pericolo la sua vita, quella dei suoi cari, le sue proprietà frutto di una vita di lavoro".
"Pensiamo alla paura che prova, all'angoscia, all'incertezza, alla difficoltà di decidere se e come reagire. Parliamo di comuni cittadini, non di professionisti della sicurezza addestrati all'uso delle armi e abituati a valutare con freddezza le situazioni e il grado effettivo di pericolo. Mi domando ancora se si pensi, qualora la vittima usi un'arma e uccida il malvivente, all'angoscia che avrà provato, all'orrore di quel momento, che ne segnera' probabilmente il resto della vita, al senso di colpa che probabilmente si portera' dentro per sempre. Io credo che lo Stato debba essere senza esitazione dalla sua parte. Considerarlo vittima e non colpevole, salvo clamorose evidenze del contrario. Non si deve aggiungere un'ulteriore afflizione a chi già ha subito una violenza".
BIOTESTAMENTO: AIUTARE A VIVERE NON A MORIRE. Sul biotestamento: "Amo la vita, fino al punto di fare fatica a comprendere chi voglia rinunciarvi. Io credo che lo sforzo che lo Stato dovrebbe compiere sia quello di aiutare a vivere, non di aiutare a morire, naturalmente nel rispetto della libertà di ciascuno". DDa cristiano – aggiunge – credo che la speranza sia una grande virtù, che la vita abbia un significato e un valore sempre e comunque. Da liberale vorrei che lo Stato si fermasse sulla soglia di scelte delicate e complicatissime. Vorrei che la decisione sui trattamenti ai quali dev'essere sottoposto un malato fosse affidata all'interessato se cosciente, ai suoi cari se incosciente, in stretta collaborazione con la professionalità e l'etica dei medici. Non vorrei essere un paziente né un medico vincolato ad un'espressione di volontà formulata in condizioni completamente diverse, magari molti anni prima, e senza conoscere la situazione specifica del momento, le opportunità di cura, di trattamento del dolore, di accompagnamento sereno nella malattia o verso la morte. Credo che affidare la morte allo Stato sia l'estremo tentativo di una cultura illuminista e materialista di esorcizzarla e non accettarla come parte della vita, di ridurre a norma quella che è una naturale conclusione, da affrontare se possibile con serenità. Anche perché, come diceva un filosofo greco, non ha senso temere la morte: quando c'è lei, non ci sono più io. Ovvero, aggiungo da cristiano, ci sono ancora, ma in una prospettiva che va al di là della morte, la supera e la sconfigge".
SU GRILLO. "Se la politica non si rinnova continuamente e anzi si richiude in se stessa e diventa un sistema di potere angusto, fatto di professionisti della politica che pensano prevalentemente alla propria autoconservazione, il Paese va a fondo. È questa la malattia, è questa la ragione dell'antipolitica, dello scoraggiamento diffuso. Con me Grillo non c'era e certamente con me non sarebbe cresciuto così" precisa Berlusconi.
"Ma ora – continua Berlusconi – bisogna fare i conti con i milioni di voti che vanno ad una forza politica improvvisata e pericolosa come il Movimento 5 Stelle. C'è un clima brutto. La metà degli italiani non va più a votare. Chi vota Grillo esprime, sia pure in modo non razionale, una protesta contro l'establishment e quindi una volontà di cambiamento. Chi non vota è rassegnato. La stessa rassegnazione che porta i nostri migliori giovani a cercare un avvenire all'estero, la stessa rassegnazione che porta molti imprenditori a chiudere o che li costringe a vendere agli stranieri, quando devono cedere un'attività, perché non esiste più un acquirente italiano credibile. E' successo anche a me, con il Milan".