Pd, Renzi segretario: Nessun dubbio, noi stiamo con il Governo

Al voto per la presidenza 16 no e 60 astenuti. L'ex premier conta su 700 delegati, 212 per Orlando e 88 per Emiliano

Matteo Renzi proclamato segretario nazionale del Partito democratico. Lo ha annunciato Roberto Montanari, presidente della commissione di garanzia del congresso, riportando i risultati definitivi delle primarie dello scorso 30 aprile. In base ai risultati ottenuti l'ex premier potrà contare su 700 delegati grazie al 69,8% dei voti alle primarie, Andrea Orlando su 212 grazie al 20% e 88 a Michele Emiliano, che si è fermato al 10,8%. Matteo Orfini è stato eletto per la seconda volta presidente del Partito democratico. In sedici hanno votato no, 60 gli astenuti. Come vicepresidenti sono stati eletti Barbara Pollastrini e Domenico De Santis. Tesoriere confermato Francesco Bonifazi.

"Io sono contento del lavoro che fa il Governo, visto che sta completando un lavoro" già iniziato. "Non c'è nessun dubbio, noi siamo quelli che stanno dalla parte del governo", ha detto l'ex premier parlando in assemblea all'Hotel Marriott di Roma. "Il Pd – ha aggiunto – in questi cinque mesi ne ha vissute di tutti i colori: polemiche, litigi, scissioni, scontri, per cinque mesi abbiamo dato l'impressione di essere una comunità capace solo di litigare, tradendo il messaggio che la nostra gente da anni ci dà. Non ha vinto Matteo Renzi, non ha vinto Orlando, non ha vinto Emiliano, ha vinto il Pd che non litiga, che non si scinde, che discute ma non può accettare di essere il luogo in cui tutti sparano contro quartier generale per un po' di visibilità". E ancora: "Noi non mettiamo al centro degli algoritmi, ma mettiamo insieme donne e uomini, delle persone". "Il Pd – è la convinzione del neo segretario – è pronto a fare l'accordo con chicchessia, purché venga fatta una legge elettorale decente". Il partito, ha spiegato Renzi, "non farà parte del capro espiatorio, non ci faremo prendere in giro dalle altre parti politiche".

"Essere capaci di difendere la propria casa significa essere nella tradizione democratica, non è inseguire la destra becera", ha chiarito parlando della legge sulla legittima difesa. Non abbiamo mai inseguito la destra su questa temi. "Ma non la spieghi una distinzione tra giorno e notte sulla legittima difesa. O accetti che la legittima difesa è un valore o non la spieghi – ha proseguito – Noi lavoreremo per avere piu' poliziotti e carabinieri e contemporaneamente più centri di aggregazione".

Poi l'attacco al M5S: "Autorevoli leader eletti con i clic, se noi abbiamo problemi con l'affluenza voi lo avete con l'influenza. Non vi sentite bene ragazzi….". C'è anche un riferimento agli avversari delle primarie: "Staremo insieme fino al 2021, pensate un po'… Fermiamoci un secondo, visto che è la prima volta. Diciamoci la verità: chi siamo noi oggi? O lo capiamo o perdiamo la ragione dello stare assieme. Dopo un viaggio così faticoso e tanta polemica vorrei partire dicendo grazie dal profondo del cuore ad Andrea Orlando e Michele Emiliano. Chi dice che non sono state primarie vere, non li conosce".

Rivolgendo lo sguardo alle elezioni francesi, ancora, Renzi ha sottolineato: "Chi dice che Macron e Le Pen sono uguali, non si rende conto di quale bestialità sta dicendo". E, sempre a proposito della politica estera, ha chiarito: "Qualche aspirante statista considera il Venezuela un modello di democrazia, un regime capace di fare da argine alla Libia. Un regime incapace di dare risposte. Il Pd deve stare al fianco invece di chi chiede libertà e benessere in Venezuela".