"Il ministro Lorenzin cita un episodio importante e fortunatamente eccezionale: il piccolo Marco morso da un ratto in un parco e poi ricorso alle cure mediche. E' un caso che merita la giusta attenzione. Da madre, il mio primo pensiero è andato a questo bambino; da amministratrice, mi sono attivata per verificare e porre rimedio. D'altronde, come molti sanno, la decisione di impegnarmi in politica è nata proprio dalla mia esperienza, comune a tanti, di genitore esasperato per il senso di abbandono da parte delle istituzioni". Inizia così la lettera del sindaco di Roma, Virginia Raggi, indirizzata al Messaggero in cui la prima cittadina replica al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
"Mi rincresce notare – continua la sindaca – che il ministro abbia usato questo episodio per dare vita alle solite polemiche. Sorvolo perché il battibecco della vecchia politica non serve a nessuno. Preferisco prendere in parola il responsabile del dicastero della Salute quando sostiene che da parte sua e del ministero c'è disponibilità a collaborare. Ben venga. I romani non aspettano altro. Al di là delle chiacchiere, mi riferisco alla necessità di reperire fondi speciali per Roma, così come avviene per tutte le Capitali d'Europa. Noi presenteremo a breve all'esecutivo la nostra "Agenda per Roma". In quella occasione speriamo – e lo sperano tutti i romani, al di là delle appartenenze politiche – di constatare la "disponibilità" del ministro della Salute.
Lorenzin "faccia una battaglia per Roma all'interno del Consiglio dei Ministri di cui è parte – afferma ancora Virginia Raggi -. D'altronde, lo stesso ministro ha affermato che anni fa si è rivolta al prefetto straordinario Francesco Paolo Tronca sulle stesse tematiche. Segno che dal governo risposte concrete non sono arrivate. Questa è l'occasione giusta. Noi stiamo facendo la nostra parte con il massimo impegno; lo stesso che responsabilmente ci attendiamo da tutte le istituzioni. L'obiettivo deve essere comune, senza schermaglie politiche: l'interesse dei nostri cittadini in modo che episodi come quello del piccolo Marco non si verifichino più a Roma ed in nessuna città d'Italia".