L'attacco della candidata sindaca Genova, poi 'destituita'
Nessuno è profeta in patria, neppure Grillo. Parte dalla sua città natale, Genova, la reazione più dura alla linea dettata dal garante del M5S. Marika Cassimatis è colei che con maggiore veemenza ed efficacia ha osato sfidare il capo politico del Movimento, squalificando il suo "Fidatevi di me" a un'espressione indegna persino della "Repubblica delle banane" nel corso di una conferenza stampa convocata a Genova. La professoressa di Geografia contro l'ex comico: continua la saga di Cinquestelle contro Cinquestelle, il cui caso più eclatante finora era stato quello del primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, poi fuoriuscito dal gruppo. Candidata sindaco per il Movimento nel capoluogo ligure, dopo sconfessata sul blog da Beppe Grillo che accusa lei e i componenti della sua lista di "comportamenti contrari ai principi del M5S" e di aver "dileggiato i portavoce e altri iscritti, condividendo la linea dei fuoriusciti dal Movimento", l'insegnante con un dottorato e una borsa di studio al Cnr ha deciso di dare battaglia. Cassimatis presenterà ricorso al tribunale di Genova per impugnare "sia la votazione fatta su scala nazionale" con cui il blog ha incoronato lo sfidante Luca Pirondini a candidato sindaco dei Cinquestelle al posto suo, sia la decisione di Grillo di togliere il simbolo alla sua lista. Quella che si avvia a intraprendere, spiega, "è una battaglia di legalità, giustizia e democrazia": gli stessi valori fondanti del M5S.
"La ratio dell'impugnazione – spiega il suo legale Lorenzo Borrè – è concorrere con il simbolo del Movimento 5 Stelle". Secondo l'avvocato ci sono "tutti i presupposti per l'annullamento o la sospensione delle decisioni di Grillo" a cui domani, a detta del legale, verrà notificato il ricorso presso il tribunale ordinario di Genova. Il pronunciamento dei giudici è atteso prima delle amministrative. Secondo le tesi dell'accusa Grillo non avrebbe i poteri di cassare l'esito delle votazioni che hanno incoronato Cassimatis. Inoltre, non ci sarebbero i presupposti per il ripescaggio della lista Pirondini perché la votazione nazionale può essere richiesta soltanto per convalidare l'esito di una votazione territoriale e non per farla sostituire, come stabilisce l'articolo 2 del Regolamento del M5S. In terzo luogo, c'è un'ipotesi residuale, vale a dire che da regolamento la decisione dell'assemblea è vincolante nei confronti del capo politico del Movimento. Per tutte queste ragioni, la professoressa si aspetta che il ricorso venga accolto e la sua lista sia riammessa automaticamente, così da concorrere allo scranno in municipio con il simbolo del M5S. E' la prima volta che la base dei candidati portavoce sfida il capo politico del Movimento.
"Noi volevamo offrire il nostro tempo e la nostra passione per un ideale politico, per un'idea di giustizia", si difende Cassimatis. E annuncia di aver presentato una querela per diffamazione nei confronti di Grillo e di Alessandro Di Battista per aver pronunciato in un video "parole ingiuriose nei confronti di tutti noi, definendoci 'squali' senza nemmeno conoscerci".
L'ex candidata del M5S respinge al mittente – in questo caso Luigi Di Maio – le insinuazioni di voler cambiare casacca, passando al gruppo Misto, definendole "assurde". "Io ho esplicitamente affermato nel video della mia candidatura – spiega – che avrei firmato la clausola di autotutela, una sorta di multa, esattamente come ha fatto la sindaca Raggi". Mentre per quanto riguarda le accuse scritte sul blog il 17 marzo, rimarca come "non sono sostenute da alcuna prova oggettiva". "Il 'Fidatevi di me' lanciato da Beppe Grillo non esiste come prova in nessuno Stato di diritto, ma neppure nella 'Repubblica delle banane'. Ogni persona se accusata, ha diritto alla sua difesa e questo diritto non è stato concesso a nessuno di noi", dice di fronte alle telecamere la professoressa.
Mentre Grillo annuncia la sua presenza al convegno voluto da Davide Casaleggio l'8 aprile a Ivrea per parlare di futuro a un anno dalla morte del padre Gianroberto, questa mattina si è tenuta al Tribunale civile di Roma l'udienza sul regolamento e sul 'non-statuto' del M5S, modificato lo scorso ottobre. Al termine della quale il giudice si è riservato di decidere e ha fissato il termine del 20 aprile per le note e dell'8 maggio per le repliche. Le memorie sono faldoni rispettivamente da 45 e 58 pagine l'uno per accusa e difesa. Diversi i profili di illegittimità ravvisati dal legale rispetto all'articolo 21 del codice civile. Innnanzi tutto, "l'inesistenza della delibera assembleare che ratifica il regolamento – spiega il legale – il voto online è equiparabile a un referendum e non a un'assemblea". Secondo, "la mancanza del quorum del 75%". Infine, "l'indeterminatezza dell'oggetto di modifica dello Statuto". Se anche questo ricorso dovesse essere accolto, a crollare sarebbe l'intero sistema su cui si basa l'organizzazione interna del Movimento.
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